Il Golem non propone solo riflessioni amare e caustiche. Talvolta, medita anche sugli aspetti migliori dell’umano e ricorda le Persone grandi.
È tornato alla fine del mondo, da dove era venuto, con quel suo sorriso dolce, quell’atteggiamento pacioso e quella forza che risiede nella Parola, facendosi interprete degli Ultimi “che saranno i primi”. È tornato al Suo Dio, che è esigente e coerente e per questo non è sempre anche il nostro. È tornato al Padre, Jorge Mario e ci ha lasciato Francesco con il suo insegnamento, la sua inguaribile speranza, il suo coraggio e la preziosa umiltà, ma soprattutto la sua consapevolezza: “Chi sono io per giudicare?”
È tornato all’Origine del tutto, dopo aver costruito una Chiesa dell’accoglienza e non del rifiuto; una Chiesa per chi sta fuori e non solo per chi sta dentro; una Chiesa aperta e disponibile al confronto, anziché chiusa fra dogmi, certezze ed orgoglio; una Chiesa che sa riconoscere i suoi errori e chiede perdono; una Chiesa, infine, dei peccatori alla ricerca e non delle gerarchie e delle certezze.
Se ne è andato al mattino, quando la Luce inonda di sè il giorno ed illumina il cammino, disegnando orizzonti di serenità, per tutte le fedi. Se ne è andato ringraziando e sorridendo, come solo i Buoni ed i Giusti possono fare. Se ne è andato, lasciandoci l’insegnamento della fratellanza tollerante, unica indicazione per la via della salvezza. Riposa in pace Jorge Mario, che sei per sempre Francesco, perché lo hai meritato, mentre il Tuo sorriso rende meno dolorosa l’assenza che, anch’io povero mostro d’argilla, già avverto.
Il Golem