“Che mortificazione… Chiedere a chi ha il potere di riformare il potere. Che ingenuità!”. Così Giordano Bruno (1548-1600), frate domenicano, filosofo e predicatore, entrato a 17 anni nel convento di S. Domenico a Napoli. Accusato di eresia fu arso vivo, sul rogo, in Campo de’ Fiori a Roma. La sua figura torna prepotente in primo piano, nei giorni in cui si dibatte di indennità e arretrati per i 70 consiglieri regionali del Trentino-Alto Adige. Ne parla la stampa domestica ma soprattutto ne scrivono i giornali nazionali. Con stupore misto a indignazione.
E non ci venga a dire, cara Signora, che la Regione è un ente inutile. È utilissimo, invece. Ne sanno qualcosa Lorsignori che ricevono l’assegno tutti i mesi dal Consiglio Regionale del quale fanno parte per indicazione di partito e per voto degli elettori. In questo straordinario mese di marzo dell’anno del Signore 2025 hanno ricevuto un bonifico più pingue del consueto: 19.116, 12 euro lordi.
Si chiamano arretrati, Signora. Emolumenti che vanno a nozze con un aumento di mille euro al mese, deciso l’anno passato. Aumenti che, come le tasse, arrivano puntuali a scadenza. Di che si indigna, cara Signora? Se n’erano dimenticati (?) perfino loro. Più d’uno, nell’emiciclo del Consiglio regionale, è parso cadere dalle nuvole. Dove stanno, di solito, soprattutto se deputati a fare opposizione. Vi dormono, beatamente. Chiamiamolo, se vuole, il sonno della Regione. Al punto che un tale, che passava di là, soleva farsi il segno della croce. Visto da alcuni passanti gliene fu chiesto conto: “Lo faccio in loro prece: perché lì dentro riposano in pace”.
Ciò che infastidisce noi poveri illusi sono i consiglieri della cosiddetta “sinistra” che un tempo si fregiavano della spilla di “progressisti”. Che vuol dire, Signora? Che una progressione c’è comunque? Certo, negli emolumenti che si vorrebbero passare sotto silenzio.
Perché, vede cara Signora, non ci scandalizza tanto l’aumento di mille euro al mese con codazzo di arretrati, ci scandalizza (ammesso che ci si possa ancora stupire) l’assenza di scandalo tra coloro – e noi tra questi – i quali hanno provveduto a mandare lorSignori nel Palazzo di piazza Dante. Piazza dedicata al sommo Vate, alla cui Commedia umana dedicò le più elevate rime. Nel canto VII, quarto cerchio, dell’Inferno, Dante colloca avari e prodighi (con sé medesimi) subito dopo i lussuriosi e i golosi.
“Poi si rivolse a quella ‘nfiata labbia/ e disse: “Taci, maledetto lupo!/ Consuma dentro te con la tua rabbia…”
Da parte nostra nessuna rabbia e alcuna invidia. I 70 consiglieri regionali sono al servizio della collettività. È giusto che siano pagati. Anche profumatamente. Nella speranza che almeno non siano tentati di sporcarsi poi le dita con la marmellata. Ma un po’ di continenza, perbacco. Soprattutto con gli arretrati e con le dichiarazioni ex post.
Ecco l’elevato pensiero di taluni consiglieri intercettato da Luisa Maria Patruno (Adige, 28 marzo, p. 15). Sei consiglieri del PD discuteranno nei prossimi giorni se e come restituire gli arretrati, ma già Paolo Zanella (pure del PD) ha annunciato che non incasserà. Quanto alla destinazione deciderà a breve.
Lucia Coppola (AVS) dice che nella passata legislatura ha restituito migliaia di euro, “finiti in un fondo per famiglie in difficoltà”. Con gli emolumenti arretrati deciderà che cosa fare “ma non farò annunci pubblici”. Li faccia, consigliera. Restituiscono dignità alla politica.
Paola Demagri (casa autonomia) fa sapere che ciò che riceve lo investirà per la comunità perché lei non si fida della Regione. E non si fida dell’Ente da cui riceve indennità e arretrati nemmeno Filippo Degasperi (Onda). Così come non si fida neppure Claudio Cia (ex Fratelli d’Italia, oggi nel misto).
Se non si fidano loro di come gestirebbe le restituzioni l’Ente che dovrebbero rappresentare con “dignità e onore” figurarsi quanto si debbono fidare gli elettori.
E l’assessore alla salute, Mario Tonina del PATT (già democristiano di lungo corso) sfida la provocazione: “Se decido di fare delle donazioni di certo non vado a pubblicizzarlo”. Grande. Non sappia la sinistra ciò che fa la destra. Lo dice anche il Vangelo, no?
Quanto al leghista Bisesti Mirko che firmò (2023) l’emendamento teso a far agganciare le indennità dei consiglieri al rinnovo del contratto dei dipendenti regionali dichiara alla collega Patruno che gli arretrati sono arrivati a sua insaputa. Colpa, probabilmente, del suo sodale di partito, il leghista Roberto Paccher che siede sull’elevato scranno di Presidente del Consiglio Regionale. A lui vanno indirizzati gli strali della pubblica opinione. “Ha stato lui”, direbbe Travaglio.
In tanto travaglio ecco la bacchettata sulle dita a chi si scandalizza. Vanessa Masè (Civica) fa sapere: “Io cerco di meritarmi l’indennità facendo il mio lavoro, perché la politica non è brutta e cattiva”. La politica no di certo. Chi la usa a proprio uso e consumo, semmai. “Pecunia non olet”? Dipende.E poi, poveri consiglieri, la signora Vanessa rammenta che sono “impegnati anche il sabato e la domenica”. Non sarà il caso di proporre loro un ulteriore aumento?
