Archiviate le feste di fine anno è già carnevale. C’è chi mette la maschera, chi aspetta a toglierla, chi invoca e rimanda all’antico motto latino “semel in anno licet insanire”, chi fa finta di essere serio per far ridere e chi ride per far piangere. Nel mondo politico-amministrativo, o in quel che resta, è cominciato il ballo in maschera e il balletto delle candidature in prospettiva del 4 maggio quando anche i trentini saranno chiamati a rinnovare amministrazione e sindaco della città-capoluogo.
Se Franco Ianeselli ha già anticipato che aspira al bis, nel centro destra è tutto un passo di danza per far ballare quale candidato sindaco di Trento il signor Mauro Giacca. Il quale non è un Carneade qualunque: è il presidente del Trento Calcio club ma soprattutto è un “artigiano” di peso. Della sua ditta, la “Giacca Costruzioni Elettriche” che ha giusto vent’anni dipendono centinaia di professionisti. Adesso (forse) è giunto il tempo di inanellare nuovi primati. Uno lo ha conseguito con l’intervista rilasciata a Donatello Baldo de il T-quotidiano (che l’ha pubblicata domenica 12 gennaio 2025 a pagina 19). Insuperabile nel dire e nel non dire, nel ribadire che vuol bene al colto e all’inclita, che gli piacciono Sparta ed Atene, fa venire in mente l’asino di Buridano il quale, non sapendo se mangiare paglia o fieno, finì per crepare di fame.
Un’autoironia un po’ mediocre segna alcune delle perle che compongono un vero diadema: mi chiamo Giacca e mi tirano la giacca destra e sinistra. Forse nemmeno l’ovvietà del Checo dela Portèla è mai arrivata a tanto.
Questo è solo l’esordio. Nel segno di una grande considerazione di sé, “l’oscuro oggetto del desiderio” parla in terza persona: “Nei prossimi giorni si saprà se Giacca ci sarà”. Con un gusto particolare per la rima baciata, si lanciano messaggi sospesi (“chi deve sapere lo sa”). Rammenta Febo Conti con la sua trasmissione televisiva degli anni ‘60 “Chissà chi lo sa”.
Il “nostro” si definisce “un uomo di tutti” che collabora “con le Acli che sono di sinistra” – almeno così dice “lui” – e va “d’accordo con il vescovo Tisi”, il quale, secondo il fine retore, nel gioco dei contrasti andrebbe annoverato a destra. Insomma una categorizzazione degna del pensiero aristotelico. E dire che il simpatico Maurone si autodefinisce “un uomo di tutti”…
Ma veramente Trento merita tutto questo? La città che fu di Gigino Battisti, di Nilo Piccoli, di Adriano Goio affidata a un artigiano burlone il quale, parlando delle massime istituzioni locali, dice: “Maurizio e Franco sono brave persone. Dobbiamo unirci e fare gruppo”. Propone un compromesso preistorico? Le convergenze divergenti? La diplomazia al sugo? Un impasto di canederli?
Maurone sembra uscito dalla penna di Marcello Voltolini: “Col Pero me despero”, “Nello spazio senza dazio” e “Migole de mondo”. Il perfetto cliente del bar Sport. E sui grandi temi? L’accoglienza, la sicurezza, lo sviluppo infrastrutturale, l’identità urbana e la sua storia, i diritti di cittadinanza, le politiche d’investimento e il futuro di una città che è qualcosa di più del “suo” stadio?
Nessun problema. Mauro Giacca, elettricista e politico di illuminata fama, ha una ricetta infallibile: “Trento deve cambiare”. Ha perfettamente ragione. Trento deve cambiare. Soprattutto alcuni suoi candidati a Sindaco.
Ad ogni buon conto facciamo una scommessa con i nostri quattro lettori: se scenderà in campo (non da calcio) lo farà con il centro-destra. Nel dire e nel negare, al cronista de il T-quotidiano s’è lasciata sfuggire (?) una frase: “Se da una parte il posto è occupato e se dall’altra è libero… Se c’è una porta chiusa, uno apre l’altra”.
Per accendere la luce basta un interruttore. Per amministrare una città qualcosa in più.
Il Golem