Commissariato il Centro culturale Santa Chiara di Trento. La notizia era nell’aria da qualche giorno (l’aveva anticipata il quotidiano Il-T) ma adesso è ufficiale. Il buco di bilancio milionario è stato causato non dal Consiglio di Amministrazione che oggi viene esautorato ma da chi ha accollato al santa Chiara le “pendenze” del mega concerto di Vasco Rossi (il 20 maggio di due anni fa) che ha portato a Trento ben 111.881 spettatori paganti. Chi ha pagato di più (tra i 6 e gli 8 milioni di euro) è stata la Provincia autonoma di Trento. A ciò portata dal suo presidente “pro tempore”, il leghista-padano Fugatti. E i conti, dei quali la Corte dei conti non ha fatto ancora (ma lo farà, ne siamo certi) due conti, a oggi non tornano.
Mentre su quello che per pubblica indicazione fu il “buco Tosolini”, tra via Piave e via S. Giovanni Bosco a Trento, sta per essere ultimata la fabbrica di nuove costruzioni, proprio lì accanto dove sorge l’ex ospedale S. Chiara ci sono gli uffici dell’omonimo Centro culturale. Nel quale si è certificata una voragine. Lo si sapeva fin da quando Fugatti&C. avevano accollato al “Santa Chiara” la gestione della “Trentino Music Arena”. Oggi è confermato che la voragine nel bilancio dell’Ente (nel quale dovrebbero avere voce in capitolo anche i comuni di Trento e di Rovereto) ammonta a 2 milioni e 600 mila euro. Il baco di una sera di maggio ha scavato il buco del millennio.
Uno sbilancio che la Provincia del presidente “pro tempore” Fugatti troverà il modo di ripianare. Ma intanto ha messo lì una commissaria straordinaria (la dirigente del servizio personale della Provincia, Maria d’Ippoliti) la quale avrà tempo sei mesi per “analizzare la struttura, il personale e i conti”, come scrivono Simone Casciano e Donatello Baldo su “Il-T”. “Il debito è però fuori bilancio e non è possibile un finanziamento diretto per appianarlo. Debito, sembrerebbe però di capire, migrato ora sul capitolo dell’attività ordinaria, voce che, questa sì, può essere ripianata dalla Provincia”.
Come nel gioco delle tre carte il banco vince e chi perde siamo noi, grulli, che paghiamo le tasse fino all’unghia e, con esse, anche le prebende al signor presidente “pro tempore” della Provincia che pare dilettarsi in giochi di prestigio. Proprio su quell’area all’origine della voragine, nel tentativo di dare dignità a scelte scellerate, e per “superare le criticità”, il medesimo ha annunciato il finanziamento (sempre con soldi nostri) di una cittadella dello sport: campi da calcio, da tennis, da padel; tornei di bocce, di carte, di scacchi. Tombola. Insomma, il Paese dei balocchi.
I sindacati dei lavoratori del “Centro S. Chiara” protestano, le opposizioni, timidamente, garbatamente, larvatamente, presentano interrogazioni (alle quali saranno date risposte, se saranno date, solo in tempi abitualmente dilatati) e ribussano alla corte dei Conti. Ci fanno conto. Noi no.