Rieccolo. A furor di popolo. E noi che cosa c’entriamo? Se è vero che un battito d’ali di farfalla a Pechino può scatenare un uragano a New York, noi c’entriamo perché siamo nel mezzo. Basti vedere quanto sono preoccupati gli esportatori: di vino, di mele, di calzature, di intelligenze… Anche se quelle le abbiamo già esportate e a noi sono rimaste, almeno in politica, quelle che nessuno ci invidia. Infatti basta vedere gli “evviva” di soddisfazione delle aquile del Palazzo che non hanno capito un … accidenti. E al Golem, come a noi del resto, non resta che piangere.
Rieletti. Con il ciuffo cotonato e la bellezza algida slovena; con il linguaggio forbito e l’educazione da vero “gentleman”. Rieletti. Come se non ci fosse mai stato l’assalto al Campidoglio, le notti a “luci rosse”, certi collateralismi equivoci, la sottrazione di documenti segreti ed un mare di cause giudiziarie. Rieletti. In barba alla difesa del diritto di aborto; agli appelli in favore della dignità femminile; all’attenzione verso gli ultimi, i diseredati e le centinaia di migliaia di “homeless”. Rieletti. Con le sue minacce ai giornalisti; le sue simpatie per i dittatori e gli aspiranti tali; le promesse di deportazioni di massa e le sue certezze sulla protezione divina di un dio molto distratto.
Rieletti. Donald Trump e le sue bugie. Adesso si tratta solo di capire chi governerà: lui, il Gastone disneyano della politica, o le sue menzogne, che ormai vivono di vita propria e sono autonome anche dal loro autore?
Molti, sulle due sponde dell’Atlantico, battono le pinne felici come le foche ammaestrate, con la palla sul naso. Qualcuno tace, sapendo di andare all’incasso; qualcun altro si prepara ad aumentare la produzione di automobili a basso costo, mentre qualche amico si prepara a conquistare lo spazio (senza pagare alcun dazio).
Perfino a Trento c’è chi plaude e si riconosce in quella cotonatura, convinti che la politica sia una seduta dal barbiere, per rifarsi la riga.
Eduardo diceva che “à da passà ‘a nuttata”. Ma sarà una lunga, lunga notte. Dell’alba non si vede nemmeno una traccia nel buio, mentre nel vuoto oscuro campeggia il nuovo slogan: “Make America fascist again”.