Mentre il “governo legalizza la disumanità” – leggere nel merito le riflessioni dello scrittore Iacopo Melio (1992)
è di questi giorni la notizia che i funerali di un clochard, immigrato dal Brasile, sono stati celebrati da due cardinali.
Ne ha scritto il sito Vatican News del 15 ottobre: “Addio a José Carlos, il “poeta” clochard. I cardinali Krajewski e Steiner celebrano i funerali”. Che cosa ha fatto dunque nella sua misera esistenza, finita sotto il colonnato del Bernini, a Roma, all’età di 61 anni questo immigrato dal Brasile? “Non si presentava benissimo, ma nel colonnato era come un angelo: indicava la via ai fedeli che si recavano in Basilica”. Così l’elemosiniere pontificio, il cardinale Krajewski, che lo conosceva bene.
Vatican News aggiunge: “Per cibo e vestiti aveva perso interesse da tempo, l’unica cosa che chiedeva ai volontari che andavano a portargli i pasti erano quaderni. Fogli bianchi. Puliti per appuntare le poesie che gli venivano in mente osservando il via vai di turisti, pellegrini, fedeli che ogni giorno transitavano nella piazza e che forse lo “giudicavano” vedendolo in quelle condizioni”. Morto due mesi fa, è stato sepolto solo a metà ottobre nel cimitero romano di Prima Porta. Una suora ha testimoniato: “Io volevo fare qualcosa per lui, era brasiliano come me. Ma lui mi diceva sempre: non ho bisogno di niente, lo dia agli altri. Mi porti quaderni”.
Anche nella nostra vita di cronisti ormai anziani ci fu negli anni Settanta del secolo scorso un clochard trentino, un “barbone” dalla barba bianca, che arrivava in redazione a “Vita Trentina”. Non diceva nulla, non chiedeva niente. Arraffava una penna biro e qualche foglio bianco e se ne andava a scrivere (?), a disegnare (?) su una panchina in piazza Fiera. Allora li chiamavano “i baroni dal sol” e quel “sol” non era soltanto il sole che li scaldava d’estate e che se li portava via, d’inverno. Era anche la solitudine.
Eppure, la storia di un clochard che domanda soltanto fogli per appuntare le idee o qualche verso in poesia, rammenta il giornalismo di molti anni fa: bohemienne, scanzonato e autoreferenziale. Confrontiamolo con l’oggi che si srotola nell’aria più che sulla carta, che teme AI, la cosiddetta intelligenza artificiale, che ha molti addetti costretti a fare gli impiegati della notizia (e pagati come tali). Mala tempora currunt (sed peiora parantur), si diceva una volta. E se il peggio ha ancora da venire; se il Paradiso deve attendere che in questo tempo, di questi tempi, finisca l’inferno, la notizia di un clochard accompagnato al cimitero da due principi della Chiesa fa notizia perché fa tenerezza. Requiescat.