L’estate è la stagione della libertà e del divertimento. Lo facevano anche i nostri nonni. Ovviamente non tutti, ma solo pochi abbienti. Walzer e champagne; sgargianti divise degli ufficiali austroungarici e lunghi e sontuosi vestiti di splendide dame che, sotto l’ampiezza delle gonne celavano i segni del tempo. Oggi, tra chi prende un gelato e chi mira ad altro, si rischia di restare gelati per il cambiamento di costume. E chi non ce l’ha (il costume, non il gelato), peggio per lui. Resterà in bianco.
Soffocato dalla calura della soffitta della vecchia Sinagoga di Praga, sono fuggito in cerca di refrigerio e mi sono ritrovato in alcune feste estive. Ho così scoperto che tutto è cambiato e anche l’estate non è più quella di un tempo.
Il “thè danzante” è diventato la balera ritmata da ossessive percussioni (e persecuzioni) elettroniche e le dame, spesso non più giovanissime, mostrano, con una generosità degna di ben altra destinazione, scollature e cosce che hanno conosciuto stagioni molto più asciutte. Vestendo mille sfumature di bianco candido e con un vago intento di indurre a peccaminose tentazioni, signore di età indefinibile lasciano trasparire i profili di ricamate biancherie intime da adolescenti, in un gorgo di voluttà, chiffon e cellulite, degna di una “Histoire d’O” da alpeggio.
Poi, all’apertura dell’immancabile buffet – che oggi si chiama “apericena” –tanta leggiadria si trasforma in assatanati appetiti che divorano qualunque commestibilità, per poi lanciarsi ancora in sfrenate danze tribali annaffiate da bevande dai nomi improbabili come “Hugo”. Chi ricorda Il Victor francese dei “Miserabili” si tranquillizzi. Qui si tratta solo di un meno letterato bibitone, che vorrebbe essere esotico e risulta invece nevrotico.
La parola d’ordine è comunque divertirsi, anche oltrepassando i labili confini del ridicolo. Signori attempati, che incontri il giorno dopo nelle loro compassate grisaglie, si contorcono al ritmo dell’ultimo “rapper” di successo, mentre le varici delle loro partner occhieggiano qua e là dando chiara evidenza di sé.
Ma ciò che più colpisce l’osservatore è il livello della conversazione che, tolto l’immancabile pettegolezzo, sorvola con leggerezza tutti i temi dello scibile umano per atterrare sul complesso dibattito: orso si, orso no, dove ogni dama e cavaliere ha una sua infallibile ricetta.Poi, finalmente cala la notte e con essa anche le energie di talune Ginger Rogers da archivio. Domani qualche occhiaia e la bocca amara testimonieranno un divertimento strenuo ed una felicità più esibita che reale.
Torno a Praga di corsa, nella mia soffitta. In attesa di stagioni migliori (e più fresche). Buona estate a tutti.