Parata di ministri, di premi Nobel, di capi del Governo al festival dell’economia che si tiene a Trento. File di uditori, di giovanotti e di studenti universitari perché certi interventi sono meglio di una lezione in facoltà. Se poi qualche ministro viene contestato, pazienza. Fa parte del ruolo. Magari gli servirà pure per condire con qualche guizzo curioso la prossima autobiografia.
Suvvia, non si nega a nessuno un’autobiografia. Da Nelson Mandela a Barack Obama; da Woody Allen a Keith Richards, per arrivare a Giorgio Panariello, Fabrizio Corona e Cicciolina: tutti scrivono (o fanno scrivere) un’autobiografia, prima o poi. Purtroppo. Alcune andrebbero recensite, come suggerisce Oscar Wilde, con una sola parola: “Perché?”
Che poi scriverla è la fatica minore. Prendi un giornalista – importa poco se capace o meno – e gli racconti qualcosa. Lui ci romanza sopra un po’, tu annuisci e correggi dove vuoi e qualcuno acquista. I diritti li incassa l’autore.
Ma il lavoraccio vero è presentarla. Devi girare con pacchi di libri nel bagagliaio, peregrinando fra città, paesi, librerie, biblioteche, spiagge, birrerie, sedi di partito, centri wellness, beauty farm, ristoranti, osterie, campagne elettorali, sedi di partito e festival di varia umanità. Ed è un calvario, anche se sei un Ministro. Poni che ti invitino a un festival apposito e “amico”, a parlare di economia. Ci vai perché te ne intendi, avendo governato con coloro che hanno sconfitto definitivamente la povertà e poi, già che sei lì e che c’è un po’ di gente, tanto vale andare “controvento” e presentare l’esaltante storia della tua vita. Vendi e il pubblico vuole pure la dedica, che è l’unica cosa che legge.
Poi che quel festival, pagato con i soldi pubblici, sia diventato la “Croisette” alpina “de noantri” e sia gonfio soprattutto di Presidenti, Ministri, Avversari, Candidati, Sorelle, Suocere e Cognati, non importa granché. Domani ti aspettano a un altro festival. Parlerai, da esperto, del ponte di… Bassano e firmerai qualche altra copia. Però che vitaccia! E poi altri festival, altre presentazioni e altri trionfi. D’altronde, se un’autobiografia ha portato Maurizio alla presidenza del Trentino, vuoi che non porti all’autobiografo un seggio a Bruxelles (la città che tanto ama)?