Vivere perennemente in una soffitta, nel cuore antico del quartiere ebraico di Praga, aiuta molto a riflettere. E così mi sono chiesto se una lettera dell’alfabeto può cambiarti la vita, o meno? Certo. La cambia e molto.
Se, a puro titolo di esempio, il tuo cognome inizia con la lettera “J” – e prosegue poi con “annacci” – allora porti “i scarp de tenis”, hai fatto “il palo nella banda dell’Ortiga” e per amico hai “l’Armando”.
Se invece il tuo cognome inizia con la lettera “V” – e poi prosegue con “annacci” – allora metti i disabili in classi separate (le “differenziali” di antica memoria scolastica); rassicuri gli omosessuali sulla detestabilità della loro esistenza e per amico hai Benito, “un grande statista”.
Se il tuo cognome è Jannacci, sei forse uno dei massimi e più sublimi “Pagliacci” della musica e del teatro del nostro Novecento; se invece il tuo cognome è Vannacci, fai solo rima con Farinacci e con quel fascismo che tanto ti piace e del quale il tuo omonimo “Roberto” fu uno dei massimi esponenti. Come vedi, una lettera dell’alfabeto può cambiarti la vita. Anche un voto. Ricordatelo.
Ps. Intanto, per segnalare non già la violazione della civiltà e del buongusto (di cui sopra) ma l’oltraggio alla grammatica italiana, ecco un post del già consigliere provinciale della Lega, il rappresentante della val di Fiemme sign. Cavada. Lo scorso autunno non è stato rieletto (ha ottenuto 653 preferenze) ma porta la “Lega nel cuore”.
E dunque va apprezzato lo sforzo per annunciare al popolo (trentino e non) che lui voterà il rappresentante “della ns Provincia” anche se ritiene “che un nostro Generale possa degnamente rappresentarci”. E, dulcis in fundo, “bene a (senza acca) fatto Matteo Salvini a convincerlo a candidarsi con noi”. Povero Salvini: deve aver fatto una fatica, ma una fatica a convincere il generale che quasi quasi la fatica del sign. Cavada a scrivere senza errori grammaticali passa in secondo piano.
Non potendo dare la colpa alla solita segretaria potrebbe incolpare della figuraccia il solito s-correttore automatico. Una soluzione ci sarebbe: tornare sui banchi di scuola. Ma stia in guardia che il suo idolo Vannacci non lo destini a una classe differenziata.