Ha radici a Teaio di Segonzano, in Val di Cembra, la famiglia del nuovo ministro della Difesa del governo argentino, Luis Petri. Lo si è saputo nei giorni scorsi dopo che l’avvocato di Mendoza, per due legislature deputato al parlamento nazionale, divenuto ministro, ha dichiarato agli ascoltatori di una popolare trasmissione televisiva di aver fatto visita (in incognito) a Segonzano nel mese di gennaio dello scorso anno. Per cercare tracce della sua origine e riallacciare un filo spezzato al principio del XX secolo con la partenza da Teaio del suo bisnonno paterno.
Eugenio Fortunato Petri, figlio di Domenico (1860) e di Domenica Fedrizzi (1859), nipote di Cristano e di Cristina Mattevi, vide la luce a Teaio di Segonzano il 7 febbraio 1891. Emigrò in Argentina, nella regione di Mendoza, probabilmente verso il 1910. Mendoza oggi è una città di 100 mila abitanti, capoluogo di una importante regione vinicola argentina, in prossimità della catena delle Ande. In linea d’aria, Mendoza dista da Santiago del Cile appena 180 chilometri. Al principio del Novecento numerosi contadini veneti, piemontesi, trentini e friulani emigrarono in quella vasta area. Quanto a Eugenio Fortunato Petri, del suo matrimonio con Annunziata Casagranda, da Trento, emigrata pure lei a Mendoza con la famiglia, probabilmente non si sarebbe più saputo nulla.
Infatti, a Teaio, nessuno aveva ricordi, tramandati, di un’emigrazione in Argentina. Fino al 9 gennaio del 2023 quando, una sera, sotto la pioggia, si presentò a casa di Margareth Petri (1967) una coppia. Lui, Luis Petri (1976), passaporto argentino; lei, Cristina Perez, la sua compagna. Non dissero a Margareth che lui era un avvocato di Mendoza, deputato del Congresso Nazionale a Buenos Aires e che lei era una giornalista, molto popolare, della televisione argentina.
Domandarono solo notizie della famiglia Petri perché, raccontò l’avvocato, suo bisnonno doveva essere partito da Segonzano nei primi anni del Novecento. Margareth prese nota e promise che si sarebbe interessata di verificare una eventuale parentela con lo sconosciuto.
La richiesta, non nuova in verità, di informazioni sull’albero degli antenati sarebbe passata sotto silenzio o relegata alla stretta cerchia familiare di Margareth Petri se, a metà dicembre 2023, l’avv. Luis Petri non fosse stato nominato ministro della difesa nel nuovo governo del neo eletto presidente argentino Javier Milei.
In verità, l’avvocato con radici trentine, alle elezioni presidenziali dello scorso autunno era il candidato vicepresidente nella coalizione di Patricia Bullrich. Non avendo conseguito il successo desiderato, al ballottaggio quella coalizione ha scelto di appoggiare il candidato risultato poi vincente. Andata all’incasso del sostegno, la Bullrich ha ottenuto il posto di ministro per il suo candidato alla vicepresidenza. Ecco spiegata la sorprendente nomina a ministro di un “figlio” dell’emigrazione trentina.
Raggiunto al telefono a Mendoza, dove vive con il figlio di 15 anni e la “promessa sposa” Cristina Perez, il neo ministro racconta di essere arrivato a Trento nei primi giorni di gennaio dello scorso anno. Di avere visitato la città e di essere finito ad ascoltare messa in Duomo, dove, a conclusione del rito, ha incontrato “Padre Ludovico” (Maule, il decano del Capitolo della Cattedrale) che ha benedetto la coppia.
Anche in questo caso la faccenda sarebbe rimasta circoscritta alla cerchia dei due “fidanzati” se una volta tornati in Argentina non ne avesse scritto la “Nacion”, uno dei principali quotidiani argentini (1870), e la coppia non avesse raccontato la straordinaria trasferta italiana nel corso di una popolare trasmissione televisiva. Ha titolato “La Nacion”: “Cristina Pérez e Luis Petri: i dettagli del loro compromesso “segreto” in una cattedrale in Italia e la possibilità di essere genitori”.
Da Mendoza, l’avv. Petri, racconta a noi di avere provato una forte emozione in Duomo a Trento, decuplicata poi a Segonzano quando ha visitato, quello stesso giorno, il cimitero sulla collina, accanto alla chiesa della Trinità. Ha cercato il cognome Petri sulle lapidi del cimitero, senza sapere quali fossero i defunti della sua “famiglia d’origine”. A Segonzano, infatti, ci sono almeno tre gruppi familiari di cognome Petri. Nessuno dei tre, almeno in tempi recenti, apparentemente imparentato con l’altro. Affinando la ricerca delle origini, probabilmente, si arriverebbe ad un unico ceppo. La questione è complicata dalla ripetizione degli stessi nomi, soprattutto nei secoli passati. E così Margareth Petri allarga le braccia: “Ogni tanto salta fuori un dettaglio, una piccola notizia, che aggiunti ad altre cominciano a delineare un quadro più ampio degli intrecci e delle parentele. Vado spesso all’archivio diocesano, al Vigilianum, a Trento ma più si va indietro nel tempo e più si fa fatica a seguire il filo degli sponsali e delle unioni. Ad ogni modo è una ricerca appassionante”. Ogni volta che scopre qualcosa di nuovo, Margareth lo segnala al neo ministro Petri. Il quale ha promesso che tornerà a Segonzano. Non subito e non a breve, visti gli impegni di governo a Buenos Aires.
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