Si chiude un anno orribile per tanti versi e per molti di noi. Per le aquile di piazza Dante un po’ meno visto che gli elettori hanno deciso di farle svolazzare per un’altra legislatura e di far credere loro, appollaiati sul trespolo, di essere degli statisti, obtorto collo prestati al quotidiano. Il nostro Golem, sconsolato e infreddolito nel castello di Praga, manda gli auguri con qualche pertinente riflessione.
Scusate, ma per favore, potete dirglielo? Potete provare a spiegare ai nuovi consiglieri provinciali, che siedono comodi in quell’aula, che non si tratta di un’assemblea condominiale, né, tanto meno, di un consiglio comunale in versione maxi? La cosa non sembra chiara a molti.
Nel più recente dibattito, infatti, qualcuno ha dichiarato che la politica deve uscire dall’aula, perché lì si deve amministrare. Ma amministrazione significa tradurre in pratica ciò che la politica elabora come pensiero, o no? Non c’è più tempo – e forse anche capacità – per pensare. Adesso bisogna “fare”. Come in un condominio. È il segnale della trasformazione in atto: dall’autonomia del progetto a quella del pianerottolo, ovviamente “per il bene del Trentino” che è, come sempre, in cima a ogni proposito.
Basta dibattiti e dialoghi inutili. Bisogna amministrare. Si, ma cosa? Le emergenze, che solo qui sono talmente continue da divenire ormai prassi quotidiana? I fondi, elargendo contributi di sapore sempre più elettorale? Il divertimento nostalgico di qualche concerto rock a spese del contribuente? Sono obiettivi legittimi, ma anche l’abdicazione di ogni forma di politica in favore appunto della sola gestione del “consiglio comunale”.
Il presidente fa il sindaco e gli assessori si impegnano per rifare marciapiedi, tappare le buche e inseguire opere stradali, ideate circa sessant’anni fa e che solo per questo dovrebbero risultare obsolete a qualsiasi prova di buon senso. Mai come adesso “asfaltar ès gubernar”. L’importante è farlo con aria seriosa, con il dovuto sussiego, con la manifesta competenza e con la reiterata dichiarazione di voler ascoltare. Tutti ascoltano e ascoltano, non distinguendo peraltro la differenza fra sentire e ascoltare, perché è così che si amministra.
E le opposizioni? Sembra abbiano scelto la strada asfaltata della mancanza di indignazione, forse per non disturbare il manovratore. Dicono sia un nuovo modo, “più elegante” di fare politica. Anche loro hanno qualche interesse territoriale e forse elettorale da ascoltare. Questo è il nuovo “consiglio comunale del Trentino”, dove non serve la politica: basta l’amministrazione. D’altronde, non serve nemmeno nelle assemblee condominiali e questa non sembra già una litigiosa riunione di condòmini, convinti di essere statisti? Con tali premesse, più che doverosi gli auguri sono indispensabili. Buon Anno!