Ce ne siamo accorti in pochi, ma la campagna elettorale è finita e non ne avvertiamo alcuna nostalgia, perché la sua caratteristica migliore è stata quella di non avere nessuna caratteristica. Una tristezza grigia e informe. Comunque sia, domenica 22 ottobre si vota. Non importa per chi. Ciò che conta è votare, perché il destino di ognuno non può essere delegato ad altri.
A ben vedere però, i protagonisti di questo “poco o niente” sono la fotografia di una terra incerta, indecisa ed immobile. Sono figli di una comunità stanca e vuota: di valori ancor prima che di energie.
L’inesistente Maurizio Fugatti, straordinario nel mimetismo. Arriva a sostenerlo, perché da solo non ce la fa, il Ministro all’Ambiente e lui diventa una pianta; arriva la Ministra Bernini e lui diventa una cipria; arriva il “Capitano” e lui diventa una recluta; arrivano gli avversari e lui fugge e scompare, perché ha sempre un altro impegno. Fugatti: uno, nessuno e…. basta.
Poi c’è il timido Francesco Valduga, uno che si prepara, che dimostra competenza, che è anche simpatico ma non “buca”. Sembra il vicino di casa cordiale, ma non sfonda. Troppo pacato, troppo lento, troppo “paziente” anziché medico. Valduga: l’“elefant prodige”.
Il redivivo Sergio Divina è uno che sembra sempre uguale. Un liberale dal sapore democristiano e pettinato da leghista, vestito da borghese e pronto alla rivoluzione. Candida, non per servizio, ma per dare una lezione a quell’ingrato del suo allievo. Se però questo era il maestro, come stupirsi dello studente? Divina? Soprattutto la Provvidenza che dovrà aiutarlo. Molto.
Poi è il turno di “Contestotutto” Filippo Degasperi. Quando arriva lui, senti montare l’Onda “su onda…”. Forse non serve scomodare Paolo Conte, per chi è stato allievo di Giuseppe Conte e crede di essere adesso il Conte di Monte… Bondone. Degasperi: quando non c’è mai limite al…
Marco Rizzo è furbo. È uno che è ritornato qui, dove ha fatto la naia ancora con le legioni romane di Druso e ha subito sentito il molle ventre trentino, che ha manipolato con i suoi decenni di esperienza parlamentare. E così ha imbarcato tutti: no vax, si vax; no bus, si bus; no bypass, si bypass; Valdastico si, ma anche no. L’importante è conquistare un seggio: il suo. Rizzo: quel simpatico ricciolone.
Alex Marini è uno cha sa quasi tutto, perché ha girato il mondo. Anche i vagoni del treno girano il mondo, ma restano vagoni del treno. Lui invece no. Ha ricette per ogni problema: dall’eczema alla A22. Marini: il pentastellato che odia il Pentagono e ama il pentagramma.
Infine Elena Dardo che non si è sentita molto. Sarà l’Alternativa, sarà colpa del sistema mediatico o di quello acustico, ma il risultato è identico. Si tratta dell’unica candidata donna. Il problema è a che cosa. Dardo: saetta come freccia che non lascia traccia. Eccoli tutti ai blocchi di partenza. Trepidanti. Forse non sono il massimo, ma questa è la democrazia, bellezza! Auguri. Soprattutto al Trentino.