“Oggi chiude un giornale che ha aperto spazi nuovi”, titola con orgoglio e non celata mestizia l’ultimo editoriale dell’ultimo numero del “suo” giornale – “Il Nuovo Trentino” – il direttore Paolo Mantovan. Appena dieci mesi fa, l’editore Ebner lo aveva messo al mondo contro il parere dei suoi più stretti collaboratori che ne paventavano difficoltà e gracilità. Come certe madri in crisi post partum lo ha ucciso nella culla.
Il “Nuovo Trentino”, portato per dieci mesi sui banconi delle edicole dove non è riuscito a farsi acquistare (e leggere) nonostante il prezzo agevolato (1 euro) ha esalato l’ultimo foglio domenica 13 agosto, antivigilia di Ferragosto. Quando chi scrive faceva il cronista alla Rai, aveva imparato che, per consolidata consuetudine, le porcherie di certe promozioni, di talune nomine contrastate dal sindacato, erano annunciate in prossimità delle ferie d’agosto. Quando, l’attenzione dei più era sprofondata nella frescura degli abeti o sulla riva del mare. Passato Ferragosto, tutto si sarebbe stinto con i primi acquazzoni; la politica sarebbe tornata ad occuparsi dell’autunno che si prospettava, come ogni anno, “caldo”; i giornali avrebbero riempito paginate sul consueto aumento dei prezzi e sul caro affitti; chi aveva figli si preparava alla ripresa della scuola. E per le “zozzerie” consumate nel mese d’agosto ci si affidava alla convinzione che gli italiani avevano ed hanno la memoria corta.
Tanto per fare un esempio: il nazista Herbert Kappler, condannato all’ergastolo per la strage delle fosse Ardeatine (24 marzo 1944), fu fatto fuggire dal carcere militare del Celio, a Roma, dove era ricoverato, giusto la notte di Ferragosto del 1977. Chiuso, si disse, dentro una valigia. Di menzogne.
Ecco, la chiusura del “Nuovo Trentino” di carta è stata annunciata due settimane fa per obbligo contrattuale al sindacato dei giornalisti come la scelta geniale di potenziare la redazione de “il Trentino” on line. Non comportando, al momento, alcun licenziamento dei cinque cronisti in forza a quella testata, più che esprimere “rammarico” il sindacato non ha potuto fare.
Quello stesso giorno (domenica 30 luglio) in cui si annunciava la chiusura il 13 agosto, il “Nuovo Trentino” pubblicava una “Promozione estate”. Mezza pagina di pubblicità per annunciare ai lettori: “Abbonati per 3 mesi a soli 39,90 euro. Attiva il tuo abbonamento e ritira il Nuovo Trentino in edicola [dove ti aspetta] in regalo per te un pratico zaino”. Uno svarione del reparto pubblicità?
Una coincidenza beffarda? Del resto era già accaduto con il vecchio “Trentino”, chiuso il 15 gennaio 2021 quando erano già stati venduti gli abbonamenti per l’intero anno. “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre fanno una prova” scriveva la giallista Agatha Christie.
Il 13 agosto 2023 la morte del “Nuovo Trentino” è stata annunciata solo dal direttore Paolo Mantovan. Chi si aspettava una partecipazione al lutto da parte delle redazioni dei giornali del gruppo Athesia è rimasto senza parole. Come i colleghi che non hanno saputo o potuto digitare una riga: “Ci dispiace”.
A noi invece dispiace proprio che un giornale chiuda. Soprattutto se, come scrive Mantovan nel necrologio d’addio, il suo foglio aveva “vinto la scommessa” di portare a galla “tante storie, tante persone, tantissime situazioni che non trovavano altrimenti spazio”.
Noi non saremmo così apodittici ma le convinzioni vanno rispettate. Mantovan parla di un Trentino “così bello e ricco ma anche così indolente e ipocrita”. Ovvero, lui ha fatto un giornale che ha dato voce alle minoranze, che è stato apprezzato e applaudito da chi non aveva, fino a quel momento, dignità di parola o di prima pagina. Ma apprezzamenti e appalusi non si sono trasformati in abbonamenti o acquisti in edicola. Da qui la decisione dell’editore, che non è un benefattore ma un uomo d’affari, di chiudere. “Danke für alles”, non è vero?
Il “Nuovo Trentino” muore mentre “IlT-quotidiano”, giornale che aveva tentato di contrastare, dal 15 agosto si avvia a pubblicare ogni giorno mezza pagina di necrologi. C’era una volta “Il Nuovo Trentino”, 12 pagine al costo di un euro. Che la carta sia lieve.