Una vignetta pubblicata sul giornale “Il Fatto quotidiano”, diretto dall’effervescente Marco Travaglio, ha fatto imbestialire la presidenta Meloni e i suoi devoti accoliti, compresa la seconda carica dello Stato, vale a dire il presidente del Senato, e mezzo governo. L’incendio è stato appiccato l’altro giorno dal ministro-cognato, Lollobrigida, sposo fedele della sorella della presidenta Meloni. Il quale se ne è uscito, come fosse un discorso al bar, con la frase che “bisogna fare più figli, altrimenti diamo il via libera alla sostituzione etnica”. È stato come dar fuoco a un mare di benzina. Gli esponenti dell’opposizione a fustigare il ministro-cognato, la maggioranza (non tutti) a gettare acqua sul fuoco. Nasce da qui la vignetta urticante pubblicata in prima pagina dal “Fatto quotidiano”, con il disegno di un uomo di colore a letto con una signora bionda (indicata come la sorella della presidenta) e il dialogo fra i due: “E tuo marito”? “Tranquillo, sta tutto il giorno a combattere la sostituzione etnica”. L’indomani, vista la levata di scudi, il “Fatto” ha pubblicato una “vignetta riparatoria”. Altra rasoiata: al posto dell’uomo di colore, nel letto con la signora c’è il marito-ministro. Con la signora che dice al consorte, intento a leggere la Gazzetta dello Sport: “Preferivo la vignetta di prima”. “Come dici, cara”? “No, gnente, buonanotte Francé”.
Ma che cos’è la teoria della sostituzione etnica e perché quanto pronunciato dal ministro-cognato è stupefacente e grave? Renzo Fracalossi lo spiega riannodando i fili della storia.
L’argomento è raccolto dentro una teoria dalle origini incerte e inizialmente fondata sul timore dell’etnia medio-bassa bianca americana di perdere i propri privilegi nei confronti dei migranti stranieri, giunti negli U.S.A. Tale ipotesi trova le sue radici nel periodo a cavallo fra il XIX ed il XX secolo e come retaggio politico-ideologico della “guerra di secessione”, ma anche quale esito dell’avvento del positivismo e delle scienze legate a quella nuova “cultura razziale”, che va definendosi in occidente alla fine dell’Ottocento. In tale contesto, viene ripreso il tema della possibile e crescente sopraffazione etnica dei neri a scapito dei bianchi, che già ha sorretto lo schiavismo negli Stati confederati “sudisti”. Dopo le grandi ondate migratorie verso gli Stati Uniti, che iniziano con il 1870, il concetto viene esteso ed applicato anche ad altri gruppi etnici che arrivano negli States, in cerca di lavoro e di speranza.
Il tema viene poi ripreso in fasi successive ed in geografie diverse, anche quale giustificazione possibile per quelle derive razziste che, come nel caso italiano, sono legate alle avventure coloniali prebelliche. Nel 1947, esce negli U.S.A. un volumetto con un inquietante titolo: “Scegliete. Separati o bastardi” e l’autore è un senatore democratico statunitense, Theodore Bilbo, che riassume in tale pamphlet il dovere della difesa dell’uomo bianco contro l’idea, peraltro del tutto improbabile, di una cospirazione volta a soggiogare una etnia rispetto ad un’altra. Trascorrono quasi trent’anni e nel 1973 appare nelle librerie europee un romanzo di Jean Respail, dal titolo “Il campo dei santi” e l’anno dopo, negli Stati Uniti, un altro romanzo di William L. Pierce, dal titolo, “The Turner Diaries” che ripropongono l’argomento della sopraffazione di una “razza sulle altre”, sistematizzando così una prima versione della “teoria della sostituzione”. L’anno dopo, David Lane, un neonazista americano e leader del gruppo paramilitare “The Order”, cura l’uscita del “Manifesto del genocidio dei bianchi”, attraverso il quale sostiene come femminismo, aborto e multiculturalismo siano minacce concrete per la sopravvivenza della razza bianca. Si tratta di una supposizione del tutto infondata, quanto attualmente citata da Donald Trump come da Viktor Orban e dai movimenti sovranisti e populisti occidentali e che diventa una sorta di “vangelo” per esaltati come Andres Breivijk, il killer norvegese responsabile della strage di decine di ragazzi sull’isola di Utoya nel 2011.
Nel 2005 poi compare il volume “Addio Europa. Il Piano Kalergi” curato da Gerd Honsik, un neonazista, negazionista ed antisemita austriaco, pluricondannato per aver negato l’Olocausto. Il libro prova a dimostrare l’esistenza di una vasta congiura delle èlites politiche ed economiche ebree e liberali occidentali, guidate da imprenditori come George Soros e volta ad importare in Europa immigrati, quale serbatoio di manodopera a basso costo, per ottenere più alti profitti e per rendere le popolazioni continentali più deboli e quindi più facilmente manipolabili. Ma chi è Kalergi?
Richard Nikolaus Eijjro conte di Coudenhove-Kalergi è un nobile austro-giapponese, nato nel 1894 ed indicato come uno dei primi pensatori che si occupano del progetto unitario europeo. Nel 1923 egli pubblica il “Manifesto Pan-Europeo”, al quale aderiscono eminenti personalità come Albert Einstein, ipotizzando la costituzione degli Stati Uniti d’Europa. Le sue teorie, che nulla hanno a che vedere con i flussi migratori e le ideologie dell’estrema destra radicale, vengono stravolte e strumentalizzate dalle libere interpretazioni di individui come Honsik o, più recentemente, il francese Camus e del quale diremo più avanti, allo scopo di cavalcare la retorica antiimmigrati e di giustificare l’idea di una occulta cospirazione antieuropea. Honsik travisa volutamente Kalergi ed arriva perfino ad affermare che “l’uomo di città, cosmopolita e meticcio, è superiore per spirito ma inferiore per volontà, all’uomo di campagna”. Da ciò discende la supposizione che l’invasione degli immigrati islamici colpisca anzitutto le grandi città europee, la cui fragilità, rispetto alle campagne è, secondo Honsik, evidente.
Infine, la teoria della “sostituzione etnica” trova un suo ulteriore alimento nelle affermazioni di un intellettuale e scrittore francese: Jean Renaud Gabriel Camus, autore del volume: “Grand Remplacement: introduction au remplacisme global”. E’ il saggio che da il nome alla teoria della “sostituzione etnica” e che, inizialmente, guarda solo al caso francese ed al rapporto con i popoli delle ex colonie di religione islamica, che, secondo Camus, parrebbero impegnati ad una colonizzazione della Francia e quindi dell’Europa intera, tale da portare, nell’arco di qualche generazione, al “genocidio bianco”. Scrive in proposito Camus: “E’ molto semplice: c’è un popolo e presto, nell’arco di una generazione, al suo posto arriva un altro popolo che cancella il precedente.” Condannato nel 2014 per istigazione all’odio razziale, Camus esercita indubbiamente una forte fascinazione su larga parte delle destre europee ed anche sul movimento suprematista americano, che veicolano, attraverso le reti social, una diffusa paura collettiva e quindi un rifiuto ad ogni forma di integrazione e di convivenza, vagheggiando incredibili ipotesi di sopraffazione etnica.
E’ d’altronde emblematico che la teoria della “sostituzione etnica” abbia alcune delle sue principali radici attuali in Franca, terra vocata al complottismo, come testimonia lo scontro di potere tardo medioevale fra la monarchia ed i Templari e sempre attenta alla congiura giudaica, come nel caso del capitano Dreyfuss, ma anche terra di romanzieri come Michelle Houellebecq che disegnano un futuro francese tutto mussulmano, creando nuove paure ed alimentando antichi pregiudizi.
Purtroppo, queste farneticazioni, che trovano spazio ed ascolto nel quadro della moderna teoria complottista per eccellenza, ovvero quella della setta di “QAnon”, costituiscono anche il presupposto per alcune stragi razziste e suprematiste, come quella, già ricordata, di Utoya o quella della sinagoga di Pittsburgh in America. Ciò nonostante, in Europa il fenomeno non pare aver ancora assunto dimensioni pari a quelle americane, ma questo non toglie nulla al rischioso tentativo di tradurre il problema dell’immigrazione solo con il vocabolario della contrapposizione etnica e religiosa, scelta questa che produce ed alimenta ulteriori spinte all’odio razziale.
In Italia si comincia ufficialmente a parlare della teoria razziale della “sostituzione etnica” con la pubblicazione del volume di un antisemita e complottista come Matteo Simonetti, “La verità sul piano Kalergi” Ed. Radio Spada – 2015, che fa proprie le discettazioni di Camus e di Honsik. Di tali teorie si impossessa ben presto anche Matteo Salvini che le usa in comizi e dichiarazioni pubbliche con assoluta leggerezza, ipotizzando una “sostituzione etnica coordinata dall’ Europa”, al pari di Giorgia Meloni che, in passato, ha fatto più volte riferimento a queste farneticazioni, dichiarando ad esempio che “quella che vediamo in Italia, con 500 mila immigrati in tre anni, è una invasione pianificata e voluta: si chiama sostituzione etnica.”
Il leghismo più radicale e le destre eredi del razzismo fascista accreditano insomma le teorie complottiste, forse non tanto per convinzione ideologica, bensì per convenienza elettorale del momento, il che peraltro non rende meno pericolosa la credibilità di simili sciocchezze. Poi, nel consueto costume italiano delle dichiarazioni da bar ben diverse da quelle ufficiali, risulta chiaro quanto il Governo italiano, in proposito, scrive sul sito ufficiale di Palazzo Chigi, a proposito della “sostituzione etnica”: “Mito neo-nazista per cui i “bianchi” vengono sostituiti dai “non bianchi”. Un gruppo misterioso (spesso gli ebrei) complotta per sostituire l’identità occidentale.” Si tratta di un giudizio severo e del tutto condivisibile che, fra l’altro, richiama alla mente quei “Protocolli dei Savi Anziani di Sion”, costituenti l’ossatura del progetto complottista giudaico, universale ed atemporale per il dominio del mondo.
Il testo governativo prosegue nella sua condanna affermando che: “La teoria della sostituzione è un mito neonazista, secondo il quale i bianchi vengono sostituiti dai non bianchi. Spesso, come tante teorie cospirative, in ultima analisi gli ebrei vengono indicati come i veri colpevoli. Oggi la grande sostituzione è un mito della cospirazione di estrema destra, diffuso in Europa negli ultimi anni, composto da due fattori. Il primo sostiene che l’identità occidentale sia sotto assedio da parte di massicce ondate d’immigrazione da paesi non europei, portando ad una sostituzione degli europei bianchi sul piano demografico. Il secondo afferma che questa sostituzione sia stata orchestrata da un misterioso gruppo come parte di un loro grande piano per dominare il mondo – cosa che faranno creando una società totalmente omogenea sul piano razziale. Questo gruppo viene spesso identificato con gli ebrei/sionisti.”
Ecco così riassunto, per sommi capi, il quadro ideologico e storico al quale attinge il ministro Lollobrigida, quando fa sua questa teoria in una recente dichiarazione pubblica. Lollobrigida però non è uno sprovveduto. Egli conosce benissimo il presupposto ideologico al quale fa riferimento e, forte di una tradizione antica, si spinge arditamente sul tema della lotta al supposto “nemico immigrato islamico” che fa più figli e si preparar a sostituire il “bravo italiano” con l’islam radicale.
D’altronde, Lollobrigida non fa altro che confermare una sua profonda adesione ad un certo punto di vista storico, proseguendo nel solco di quelle sue personali scelte che lo hanno portato, solo dieci anni fa, a sostenere finanziariamente e pubblicamente la costruzione di un monumento/mausoleo in memoria di uno dei più efferati e riconosciuti criminali di guerra italiani: maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani.
Uomo di rara crudeltà e di scarsa competenza professionale, Graziani si rende responsabile in Africa, durante la lunga stagione della dittatura e della costruzione dell’impero coloniale fascista, di ripetute stragi di civili inermi, massacrati perché ritenuti dalla propaganda del regime, non solo un pericoloso nemico armato di frecce, scudi e lance con le quali vuole sconfiggere i carri armati ed il gas venefico della “missione civilizzatrice italica”, ma anche “razze inferiori” e quindi dominabili e sterminabili, per far posto all’uomo bianco ed al suo vitale “Lebensraum”.Parlare di “sostituzione etnica” significherebbe parlare anche di questo, ma su tali questioni la forza del silenzio complice esercita ancora un potere assoluto ed è proprio quest’omertà che fa male al nostro Paese e al suo futuro.