Gli orsi e i lupi. Più passano i giorni dalla tragica morte di Andrea Papi, il runner di Caldes sbranato da un orso, il 5 aprile, sulla cima del monte Peller, più si dilata la forbice del dibattito. C’è chi vorrebbe un drastico ridimensionamento dei grandi predatori presenti soprattutto in quattro valli del Trentino occidentale (i cacciatori della valle di Sole parlano di circa 200 esemplari, la Provincia autonoma di Trento ridimensiona a 120). Per contro, c’è chi scende in piazza o usa la carta da bollo per rallentare lo sfoltimento annunciato e promesso dal presidente Fugatti a chi ha paura per la propria incolumità personale. Come è noto la paura irrigidisce le persone, impedisce loro di ragionare, mentre si moltiplicano le informazioni di incontri ravvicinati con l’orso. I forestali della Provincia, sguinzagliati alla cattura del plantigrado, una femmina che il 5 aprile si è macchiata della morte di Andrea Papi, hanno collocato i tubi-trappola in varie località della val di Sole. Non possono sparare agli orsi, non possono fiondare a più di 15 metri una siringa con anestetico per addormentare il carnivoro… Hanno le mani legate, così come Fugatti e i sindaci dei comuni coinvolti e preoccupati dalla presenza dei plantigradi. Porteranno le chiavi delle loro amministrazioni al presidente del TAR di Trento che ha accolto, in parte, un ricorso degli ambientalisti-animalisti ed ha rinviato ogni decisione collegiale a metà maggio?
Intanto i partiti sono alle prese con il rafforzamento delle coalizioni e sono alla ricerca di candidati da proporre per le elezioni provinciali del 22 ottobre prossimo. Quando gli orsi si prepareranno al letargo ed i raggruppamenti politici avranno il responso sul loro operato. Saranno giudicati cioè sulla (indi)gestione dell’orso, sull’accoglienza o sul respingimento dei migranti, sull’apertura o chiusura alla cittadinanza; su tutto ciò che sembra essere tema da cavalcare in campagna elettorale. Nel caso dell’orso, Fugatti non è fuggito (nemmeno di fronte alle criticità segnalate nell’organizzazione del megaconcerto di Vasco Rossi). Intanto la coalizione del sindaco di Rovereto, Valduga, sembra galleggiare. Su questo e sugli altri temi che saranno dirimenti. In attesa che le nuvole si diradino, lasciamo la penna e la parola all’architetto-contadino Pier Dal Rì che gli orsi e i lupi, diversamente da chi li vede in televisione (oh, che bellini!), teme di trovarseli in campagna, sotto le vigne del Teroldego. (af)
“E poi ci si lamenta che la gente non vota? Ora che in ogni caserma italiana dei carabinieri c’è la corsa a depositare una denuncia contro il Trentino; adesso che molti sembrano preferire gli orsi agli uomini; ora che l’autonomia pare essere una foglia di fico per nascondere il rossore e incartare i “pori laóri” dal piumotto facile; adesso che Fugatti comincia a “far pecà”, a suscitare un senso di pena; che la val di Sole va guardata solo sulla carta geografica perché pericolosa; che le vacche si rifiutano di salire agli alpeggi per paura degli orsi e dei lupi e che ci si aspetta un’estate di campagna più elettorale che di uva e di mele… Ecco, di fronte a tutto questo, il cosiddetto “centro-sinistra”, una macedonia di frutta non proprio fresca e di partiti tenuti assieme col Vinavil, si dà appuntamento in un Agritur sul Calisio, a Montevaccino. Per dire ai giornalisti convocati che il centro-sinistra non si rivolge solo alla città ma guarda con occhio di favore anche la montagna (benché dentro il recinto cittadino di Trento).
Si ritrovano per dire ai giornalisti quanto sono bravi, per applaudire il messaggio video della Conzatti (che non c’era) e una parte di chi c’era rappresentava a malapena sé stesso, come fa del resto da molti anni. A mio parere si è toccato il fondo e se non fossi ormai diventato un astensionista convinto darei una mano a Fugatti. Perché è attorniato da veri “pòri laóri” e sotto lo sputo di chi odia il Trentino. Se le elezioni si vincono nelle valli, non sarà certo in Val duga.
Il tema vero della campagna elettorale sarà quello della gestione di orsi e lupi. In ogni casa tengono banco due versioni sulla presenza dell’orso. Dipende da che lavoro o passione ha ciascuno degli inquilini. Chi fa il contadino, il boscaiolo, il pastore, il fungaiolo, l’allevatore, il gestore di un locale montano o di un rifugio o di campeggi o case vacanza o pratica sport come la corsa in montagna, l’orienteering, l’erborista; o, da piccolo, è venuto in contatto con gente che sa di bosco; è andato a farsi l’albero di Natale o a raccogliere il muschio per il presepe; chi ha cercato arnica per la grappa o radici di genziana sa distinguere una stella alpina da una negritella; chi sa cucinare un risotto alle cime di mugo, raccolte in proprio; chi cerca pigne per decorare il Natale… Credo che tutto questo popolo, compresi coloro che vanno in gita solo per sentieri rifugi e malghe, sia convinto che un numero eccessivo di orsi costituisca di fatto la negazione delle proprie passioni. Ma se resiste solo l’orso delle fiabe proposto da serie tv o della narrazione fumettistica col cestino della merenda rapito, capisco che possano gioire per la loro espansione esponenziale. Non mi stupirei se codesti personaggi pretenderanno adesso pure la reintroduzione dei dinosauri. Bestioni della preistoria che piacciono tanto ai bambini”.