Ha suscitato preoccupazione e provocato un’alzata di scudi, almeno negli organismi di categoria dei giornalisti, la causa civile intentata alla cooperativa che pubblica il giornale on-line “Salto-bz”, di Bolzano. Ha provocato un salto sulla sedia la richiesta di un risarcimento danni di 150 mila euro da parte dell’editore Ebner/Athesia, proprietario, o detentore delle quote di maggioranza, dell’80% dei giornali che si pubblicano in regione. (Nella fotografia di Othmar Seehauser, la conferenza stampa dei vertici di “Salto-bz” che annunciavano l’azione giudiziaria promossa da Ebner/Athesia).
Ma un altro salto, ancor più alto, lo sta causando la mancata informazione sull’azione giudiziaria da parte dei media di casa Athesia. Ma come? Hai a disposizione una batteria di cannoni e non vuoi sparare neanche una cartuccia, qualche pallino piccolo piccolo, una “breve” per far sapere ai tuoi lettori che ce l’hai con quella masnada di giornalisti che scrivono per “Salto-bz” e che li vuoi vedere in mutande? Forse è solo questione di galateo, di eleganza editoriale.
Tuttavia, stamattina abbiamo cercato con la lente di ingrandimento due righe che fossero due sulla vicenda. Niente. I lettori di lingua italiana della provincia di Bolzano del quotidiano “Alto Adige”, oggi hanno in edicola un ampio spettro di informazioni, compresa l’aggressione dell’orso in val di Rabbi. A proposito: chissà perché non c’è alcun orso che si azzardi a superare il confine con l’Alto Adige e se lo fa, perché qualcuno lo farà, sparisce immediatamente. Anche dalla cronaca.
La notizia che ha suscitato una schietta ilarità, sì, una risata liberatoria, il giornale diretto dall’eccellente Alberto Faustini l’ha pubblicata a p. 22, sotto la foto dell’orso aggressore e accanto a una colonna di necrologi. “Due tori in fuga sulla statale”, e uno immagina che si parli dei giornalisti Gobbato e Franceschini di “Salto-bz” contro i quali l’editore Ebner si è scagliato a palle incatenate chiedendo un risarcimento danni per diffamazione da 150 mila euro (da dare in beneficienza).
Leggendo la “breve” si scopre che i due tori sono stati avvistati sulla statale, nei pressi di Bressanone, ieri sera (lunedì 6 marzo). “Un automobilista è riuscito a indirizzarne uno verso la vicina ciclabile ed è lì che è stato recuperato dai vigili del fuoco. L’altro toro invece, quando andiamo in stampa, è ancora in fuga”.
Questa, e lo diciamo senza ironia, è la libertà di stampa. La libertà di scrivere di orsi e di tori (in libertà) ma anche di scrivere che magari l’editore dell’80% della carta stampata ha interessi (legittimi) in molti altri settori: dall’edilizia al turismo, dalla politica al collezionismo.
Qualche giornalista ha scritto troppo e magari male? Ha fatto la pipì fuori dal vaso? Ci sono organismi della categoria (dall’ordine al consiglio di disciplina) che sono stati “inventati” dal legislatore per garantire e farsi garanti dell’etica e del comportamento di chi fa questo mestiere: informare. Se qualcuno informa male sarà punito dai lettori, prima che dalla magistratura ordinaria.
Che poi le testate di casa Athesia trabocchino di eccellenti professionisti non lo diciamo noi, che siamo meno di nulla, lo certificano le copie diffuse, le testate aperte, chiuse e riaperte, le inserzioni pubblicitarie. Con tanto potere mediatico in pugno di che ha paura l’editore altoatesino-trentino? Di una zanzara come “Salto-bz” che ogni tanto gli pizzica il sedere? Suvvia, onorevole, un po’ di savoir faire.
Da coetaneo (bilancia, 1952) ci permettiamo un consiglio: lasci perdere. Abbiamo pochi anni davanti, la storia le riconoscerà comunque il ruolo che merita. Qualche anno fa chiedemmo all’Arturo, il clochard di Trento che, dopo essere stato travolto da un’auto, mentre dormiva per strada, finì i suoi giorni alla casa di riposo di Nomi: “Che cosa le manca”?. Risposta: “La libertà”. “Che cos’è la libertà, Arturo?” Sorrise con una smorfia amara: “La libertà l’è tut”. Appunto.