Un giorno, per celebrare in pompa magna una delle mostre mercato d’autunno dei bovini, potrebbero portare qualche autotreno di letame da spargere in via Belenzani, già contrada Larga. Come intendono fare con la neve, la settimana di fine gennaio, per celebrare il cinquantenario della gran fondo di Fiemme e Fassa. Dalla conferenza stampa in volo sulle Dolomiti alla celebrazione a passo alternato, in via Belenzani a Trento, tutto è festa. E tutto crea stupore. Servirà per lenire la sofferenza di chi sperava di vedere il pattinaggio olimpico a Piné e si dovrà accontentare di una scivolata… di stile (pattinato). A metà Ottocento, le deiezioni bovine al foro boario di piazza Venezia, a Trento, a fine giornata erano vendute ai contadini dei villaggi della piana a sud della città. La neve, in via Belenzani, forse si scioglierà entro la primavera. Inganniamo l’attesa con le riflessioni di Pier Dal Rì. (af)
Giovedì, 26 gennaio, via Belenzani, a Trento, sarà per tre quarti finta val di Fiemme e per un quarto improbabile val di Fassa. Dopo una un po’ indigesta conferenza stampa convocata su un aereo che sorvolava le valli vere, pur se con velivolo a idrogeno, con a bordo giornalisti ed organizzatori, in gita-premio, adesso una nuova genialata con finta valle in teatro urbano. Per chi non lo sapesse, nelle valli di Fiemme e Fassa da 50 anni va in scena la Marcialonga.
È la più celebre e antica gara di gran fondo nazionale. Pertanto, agli organizzatori è parso giusto replicare una nuova presentazione, questa volta da Bolero film, in via Belenzani a Trento. Per chi non lo sapesse è il cuore di Trento, dove ha sede il municipio; il viale che le autorità ecclesiastiche, ai tempi del Clesio, percorrevano per raggiungere il duomo e le sedi del concilio. È sempre stato il tragitto che dava dignità ad ogni evento. Ecco: il tema forse meriterebbe un “buon consiglio” agli organizzatori. Forse a loro non è arrivato: lasciate perdere, non esagerate, considerate il momento, la necessità di iniziative sobrie, di essenzialità. È un Trentino dove si respira e si vive con i piedi per terra, sulla terra che c’è, senza bisogno di coprire i cubetti di porfido con camion di neve fabbricata è riportata.
Siamo alla esaltazione dell’imitato. Neve “finta” per una sciata, neve scippata alle piste vere. Inutile dire che un po’ di perplessità aleggia e in molti si chiedono: serviva? Un tempo in via Belenzani si organizzavano i cento metri di speranza, una passeggiata per raccogliere fondi destinati alla lotta ai tumori e per finanziarne la ricerca. Spesso è stato il viale di arrivo di gare podistiche, come il giro al Sass o addirittura dei campionati europei di ciclismo. A volte è il salotto buono per una passeggiata durante il festival dell’economia e di altri eventi. Non è mai stato una succursale delle Viote. Gli archivi dei giornali e delle agenzie di stampa, sono dotati di immagini di una via e di una piazza bellissima e c’è da chiedersi se c’era proprio bisogno di questa “urbanopista” da sci, per nuove e inedite foto che potrebbero anche suscitate polemiche dannose? Certo, Fiemme e Trento sono unite da un comune problema: dove individuare la sede migliore per il proprio ospedale. Tutti noi, invece, siamo convinti dove debba essere praticato lo sci da fondo; dove debba stare il buon senso per dare un senso giusto a ogni iniziativa. Viviamo un tempo nel quale si deve cercare e inseguire la spettacolarizzazione, anche quando una iniziativa vive già di propria robusta sostanza, di massicce presenze, di gloria e di fama abbondanti. L’idea di celebrare i 50 anni di Marcialonga nel centro di Trento è un po’ “belenzana”, cioè a dire azzardata, ma al passo coi tempi. Per mettere i problemi economici e sociali sotto il tappeto si stende la neve, portata con i camion, sopra i cubetti.