Per la seconda volta in meno di un anno l’editore altoatesino Michl Ebner, al quale fa capo SIE Spa, è stato condannato dal giudice del lavoro di Trento. La Società Iniziative Editoriali, che due anni fa aveva chiuso improvvisamente il giornale “Trentino”, dovrà pagare a quattro giornalisti professionisti una cifra che si aggira attorno ai 160 mila euro. Ma altri sette professionisti sono pronti all’incasso. Intanto la SIE, col presidente Orfeo Donatini, preannuncia che ricorrerà in appello.
Di che si tratta? Il ricorso alla magistratura del lavoro è legato alla chiusura, senza preavviso, il 15 gennaio 2021, del giornale cartaceo “Il Trentino”, edito da SIE Spa, la società che pubblica i giornali “L’Adige” di Trento e “L’Alto Adige” di Bolzano. E, da tre mesi, pure “Il Nuovo Trentino” (filiazione, ridotta nella fogliazione, dello scomparso “Trentino” di cui sopra).
Al momento della chiusura del “Trentino” i 19 giornalisti in forza alla testata furono collocati in cassa integrazione. Nel frattempo alcuni si dimisero, altri restarono a stipendio ridotto, altri ancora sono stati assunti dalla fondazione Synthesis per dar vita, due mesi e mezzo fa, al nuovo quotidiano trentino “IlT”.
Ci fu anche chi, la vigilia della ripresa delle pubblicazioni, sotto altra testata (“Il Nuovo Trentino”), ricevuta una lettera di immediato ritorno in servizio, rassegnò seduta stante le dimissioni per giusta causa.
Per essere chiari: posizioni e situazioni diverse con un unico comune denominatore. Si tratta di giornalisti professionisti ai quali l’editore Ebner, in base alle leggi ed ai contratti di lavoro, deve dare ben 11 mensilità di stipendio per il “mancato preavviso”, oltre alle normali competenze di fine rapporto di lavoro.
Tutto questo è stato riconosciuto a quattro giornalisti i primi a dimettersi ancora nel 2021), già in forza nella redazione del “Trentino”, con sentenza (10 gennaio 2023) del giudice del lavoro, Giorgio Flaim. Il quale ha condannato la società editrice SIE pure alla rifusione delle spese in giudizio, quantificate nella somma di 7.500 euro maggiorata del 15% per spese forfettarie.
Altri tre giornalisti professionisti, i quali si erano dimessi nei mesi successivi, sono in attesa di quanto disposto dal giudice del lavoro per i primi quattro colleghi ricorsi al magistrato. E poi ci sono altri quattro giornalisti i quali si dimisero al ricevimento della lettera con cui la SIE intendeva reintegrarli sotto una nuova testata (“Il Nuovo Trentino”) ben diversa da quella nella quale avevano lavorato. Questi ultimi non hanno ancora intentato una causa di lavoro anche perché in attesa della sentenza pronunciata in questi giorni.
Si profila pertanto un ulteriore esborso di alcune centinaia di migliaia di euro per l’editore altoatesino, detentore fino a qualche mese fa dell’80% del mercato editoriale regionale. Certo, l’editore Ebner potrà ricorrere e ricorrerà ad altri gradi di giudizio ma, nel frattempo, dovrà dar seguito al dispositivo della sentenza che, in materia di lavoro, è immediatamente esecutiva.
Rocco Cerone, segretario regionale del sindacato dei giornalisti che, con i propri legali, ha patrocinato la causa di lavoro, sottolinea che “la sentenza riafferma un principio legislativo e contrattuale finora, e per 42 anni, mai messo in discussione da alcuna azienda editoriale”. La nota sindacale pone l’accento pure su altri aspetti della vicenda: “Dopo la sentenza per comportamento antisindacale del 18 giugno 2021, è la seconda condanna comminata dalla magistratura del lavoro di Trento a carico di SIE Spa, il cui maggiore azionista, Michl Ebner, è al vertice di una conglomerata con oltre 1200 dipendenti, floridi bilanci, e che non fa onore al suo ruolo pubblico di presidente della Camera di commercio di Bolzano, dopo essere stato per 25 anni deputato italiano ed europeo”.
Toni tranchant che non potranno agevolare l’invito rivolto a Ebner dal sindacato regionale dei giornalisti di “ristabilire corrette relazioni sindacali interrotte e riavviare una trattativa per risolvere pacificamente gli altri 7 contenziosi dei giornalisti che si sono dimessi dal giornale Trentino”.Infine va registrata la posizione dell’editore.
Il presidente di SIE, il giornalista Orfeo Donatini, ha dichiarato a iltrentinonuovo.it : “Dopo la sentenza del giudice del lavoro Tribunale di Trento vogliamo sottolineare che la giustizia civile è il luogo naturale per dirimere posizioni divergenti tra le parti. Noi siamo assolutamente convinti della correttezza del merito e nel metodo che la Società ha adottato nell’affrontare tutta questa partita. Pertanto preannunciamo sin d’ora il ricorso in appello”.