Pediatra da una vita a Verona. Va in pensione, prende la valigia e ricomincia a Venezia, precisamente nell’isola di Murano. La storia della dott. Maddalena Agostini è raccontata da Nadia de Lazzari su “www.25venice.press”. Emerge la partecipazione della comunità territoriale.
Maddalena Agostini, trentina di Borgo Valsugana, lunedì 9 gennaio, aprirà un ambulatorio libero professionale in calle San Donato 8, a Venezia. Riceverà il lunedì e il giovedì su appuntamento nei locali un tempo occupati da medici di base, successivamente da un centro benessere. Nel volantino in distribuzione la dottoressa si presenta così: una cicogna in volo, sul becco un neonato con il ciuccio dentro un fagottino. L’immagine è benaugurante, rassicurante, controcorrente. “Mi aspetto di entrare in questa comunità che ha radici molto forti per poter dare una mano”, dice la pediatra che seguirà i “bambini” fino ai 16 anni. Poi aggiunge: “Sono sempre vissuta in una grande città, in un territorio vasto, quindi non caratterizzati da un’identità. Murano, invece, è un luogo delimitato con un senso particolare di comunità e unione. Lo sento già e mi piace “. La pediatra di origine trentina si è presentata così ai residenti: “Ho sempre amato i bambini e Venezia. Da due anni ho residenza alla Giudecca. Sono trentina e piccola di statura”.
Il padre della dott. Agostini, direttore didattico, era nato a Trento, la madre, maestra, proveniva dal lago di Caldonazzo. I “bambini” sono sempre stati il fulcro della sua famiglia: lei pediatra, un fratello ortopedico pediatra, una sorella volontaria in Brasile (ha dato vita ad una scuola per i “meninos da rua”). “Un altro fratello ha fatto tanti bambini”, sottolinea sorridente. Per Maddalena, fin da bimba, Venezia è sempre stata presente nella sua vita avvolta da un alone fiabesco e magico.
“Ricordo che d’inverno quando c’era la nebbia (e negli anni Sessanta ce n’era tanta!) mio papà, laureato a Ca’ Foscari, ci raccontava del suono sordo delle sirene da nebbia in laguna quando tornava in vaporetto al Lido dove abitava”. Ogni anno, il 4 ottobre, festività di San Francesco, il padre portava la famiglia a Venezia. Qui visitavano sestieri sempre differenti. “Camminavamo e camminavamo, quasi sempre sotto la pioggia, perché allora in ottobre pioveva molto spesso”. Passano gli anni. Verso il 1980 con i primi risparmi la pediatra stava per acquistare tre stanze da sistemare in un campo a Cannaregio. Racconta: “Non andò a buon fine. Ho sempre sognato di fare la pediatra a Venezia, spostandomi con il mio piccolo motoscafo per fare le visite domiciliari!”. Arriva il momento della pensione. Nel 2019, sotto la spinta del marito, la coppia prende casa alla Giudecca. Il suo commento: “Avevo rimosso i miei sogni giovanili”. Subito si circondano di amici. Sei mesi fa un’amica di Murano, Doriana, propone alla dottoressa di aprire un ambulatorio proprio nell’isola. Le dice: “Qui non c’è neanche un pediatra”. In un batter d’occhio Maddalena Agostini risponde: “Sì”. La sua riflessione: “Come si può pensare che aumentino le nascite, che i giovani continuino a vivere nelle isole senza scappare in terraferma se non hanno a portata di mano chi li aiuta dal punto di vista sanitario nel far crescere i loro bambini? Ho detto di sì perché le giovani mamme hanno bisogno di avere un punto di riferimento in un momento come questo in cui c’è tanta carenza di personale sanitario”. Maddalena Agostini conclude: “Non è proprio dietro l’angolo Giudecca-Murano, ma volete mettere cos’è svegliarsi e fare tutto il giro della laguna? Una volta 4.1, una volta 4.2,… Un sogno”.
Nadia de Lazzari