Ma sì, buttiamoli a mare. Sono sporchi, puzzolenti e pure negri. Nessuno li ha invitati a venire da noi, ad attraversare il mare che è “nostrum” fin dai tempi dei romani. Siamo uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea. Abbiamo esportato la civiltà ai quattro punti cardinali. Siamo cristiani, anzi: buoni cristiani. E se non ci credete guardate certi eletti che siedono al governo i quali non si vergognano di brandire la croce e il rosario. Citano il Papa come fosse un loro sodale. È ora di finirla che a farci carico di questi scarti di umanità dobbiamo essere soltanto noi. E poi le navi che hanno raccolto questi “presunti” naufraghi battono bandiere tedesca e norvegese. Che se li curino loro, che siano loro a fare l’accoglienza. È già grasso che cola se noi, “italiani brava gente”, lasciamo che i minori mettano piede sul sacro suolo della Nazione.
Ecco, chi pensava che la mancata riconferma di quel tale al Viminale avrebbe reso più umana la politica dell’accoglienza non ha ancora capito che la destra fa il proprio mestiere e chi l’ha votata l’ha fatto proprio per questo. Del resto la sinistra è quella che ha siglato accordi sopra e sottobanco con quei macellai dell’ex colonia italiana. Abbiamo regalato loro le motovedette perché trattengano, con le catene, i disperati che dal sud del mondo vorrebbero schiantarsi ai piedi dell’Europa. Le hanno incartate con l’etichetta di “scelta umanitaria”.
In queste ore, sul web, gira un appello che dice: “Aiutare è un dovere, respingere è un crimine”. E se è vero che “i diritti umani non sono negoziabili […] dividere gli esseri umani migranti in sotto-categorie per stabilire se hanno o meno diritto di essere aiutati è la forma più becera ed intollerante di razzismo. Siamo al limite delle famigerate Leggi razziali”.
Quanto al Governo “scelto da figli e nipoti di quelli che applaudivano in piazza Venezia, rappresenta non solo il punto più basso della Politica, ma il baratro dell’indifferenza, dell’arroganza di chi non avendo forza morale mostra quella dei muscoli”.
Sono dei miserabili “tutti coloro che applaudono a queste scelte aberranti, che stanno dalla parte dei carnefici e non da quella delle vittime, quelli che “prima gli italiani” o, peggio ancora, “rispediteli a casa loro” pur sapendo che “loro” una casa non ce l’hanno, una vita non ce l’hanno. Ed è per questo, proprio per questo che sono scappati dall’inferno. Ed è per questo che ci chiedono aiuto. Ed è per questo che NOI dobbiamo aiutarli. Si chiama umanità”.
Parole che condividiamo fino alla virgola. Nell’Italia dei cavilli e delle leggi ad personam, si aggirano i Gattopardi del far finta che tutto cambi perché nulla cambi.
Siamo una grande Nazione, specialisti nel fare la voce grossa, nell’esibire crocifissi e muscoli, ma abbiamo paura di mille disgraziati che bussano alla nostra frontiera.
Alla fine quei poveri cristi, relegati sugli scafi che li hanno soccorsi in mezzo al Mediterraneo, saranno fatti scendere a terra. Piaccia o no ai ministri col rosario al collo, la legge del mare e il diritto internazionale avranno la meglio su questi quaquaraquà della politica di casa nostra. Ma, come al solito, non perdiamo l’occasione di perdere la faccia. Davanti a noi stessi, prima che davanti al mondo.