Da giovedì 3 novembre, nelle edicole e sul web, il nuovo quotidiano del Trentino-Alto Adige/Südtirol, edito da una Fondazione della quale fanno parte industriali, cooperazione trentina, artigiani, albergatori, costruttori edili e privati. Grafica innovativa, stampato su carta riciclata, esce sei giorni la settimana, escluso il lunedì.
Tutti a fare gli auguri al neonato. Come si conviene. O neonata? Perché si chiamerà pure “ilT”, ma se lo rovesciamo e parliamo di una nuova Testata informativa, allora dovremmo chiamarla (Meloni docet) “laT”. Dove in quella “T” ci sta di Tutto. Secondo il dizionario italiano, che annovera ufficialmente 92.500 parole, i lemmi che cominciano con la “T” sono 4.584.
Premessa per parlare di un giornale che usa parole e immagini: “IlT”, “quotidiano autonomo del Trentino Alto Adige/Südtitrol”. Dal 3 novembre, come promesso e ampiamente anticipato, è nelle edicole. E per quanto possa sembrare un ossimoro, almeno per 24 ore, il giorno della nascita, più delle notizie che riporta a “fare notizia” è il contenitore.
“IlT” si affianca ad altri tre quotidiani sulla piazza trentina: “l’Adige”, che vanta una storia lunga più di settant’anni; il dorso del Corriere della Sera, “Il Corriere del Trentino” che è pubblicato dal 2003; “Il Nuovo Trentino” (testata cartacea che non c’entra nulla con iltrentinonuovo.it) che è uscito quindici giorni fa per riprendere il filo di un discorso interrotto il 15 gennaio del 2021 con la chiusura del (vecchio) “Trentino”. Ma anche “IlT” discende in qualche modo da quell’improvvisa decisione dell’editore altoatesino di Athesia, Michl Ebner, di cessare le pubblicazioni del giornale che era il “figlio/foglio” trentino dell’Alto Adige di Bolzano e che, pur settantacinquenne, non meritava una morte repentina.
Perché è dal giorno dopo quella chiusura che giornalisti, lettori, imprenditori, si sono interrogati sul da farsi. Pareva allora, e col passare dei mesi è parso sempre più impellente, che il pluralismo delle idee e del confronto fosse stato in qualche misura depotenziato. Ma c’era il covid di mezzo, il lockdown che teneva tutti sequestrati, e la ricerca di far nascere o rinascere un altro giornale sulla piazza trentina pareva arenarsi di fronte alle difficoltà. Più passavano i mesi e meno si parlava mentre i vecchi lettori, i sindacati, le associazioni avvertivano l’assenza di altre voci, di altri spazi di confronto e di dibattito. Non le aquile del Palazzo che meno giornalisti hanno tra i piedi e più tranquille stanno nel loro nido al riparo dalle pulci. Oddio, negli interventi sulla prima edizione (3 novembre) de “IlT”, Fugatti (Provincia), Ianeselli (Trento), Valduga (Rovereto) e Santi (Riva del Garda), non risparmiano lodi, auspici e genuflessioni. Captatio benevolentiae?
Intanto, nell’editoriale, (“Le parole di domani”), il direttore Simone Casalini scrive che “Il T sarà un osservatorio critico e autonomo da ogni interferenza, un’esperienza editoriale a più dimensioni (carta, web e social con linguaggi diversificati e integrati) che si muoverà all’interno di quel “sistema mediale ibrido” che non presenta una fonte egemonica di accesso all’informazione”. Citando Claudio Magris (“è solo confrontandosi con le piccole storie che si può capire il senso o il non senso della storia”), Casalini scrive: “Una sola cosa rivendichiamo del percorso che sarà: il ruolo intellettuale del giornale. Perché senza la dimensione del pensiero non siamo utili a nessuno. Nemmeno a noi stessi”.
E l’editore, il presidente della Fondazione Syntesis, Fausto Manzana, disegnando “Un’agorà libera che sarà di tutti” parla di scelta ragionata nel fondare il nuovo giornale (“non è una scommessa o un azzardo”) e promette che “ci sarà spazio per ogni pensiero e per ogni dibattito, nel rispetto della sobrietà e della pacatezza, senza pregiudizi, retropensieri o calcoli di sorta. Questo giornale non vuole essere filogovernativo o antigovernativo: vuol fare buona informazione, il più possibile corretta, per offrire ai propri lettori qualche strumento in più per interpretare la complessità del mondo che ci circonda”.
Quaranta pagine, un sommario degli argomenti e dei temi, centro e periferia, Italia, mondo, Bussines, politica, primo piano, Cronache dal Trentino, interviste, cultura, spettacoli.
“Il T” è frutto del lavoro di 20 redattori, 15 editorialisti, 40 collaboratori, due fotografi. Un’immagine di due pagine (notturno sull’Adige che scorre e il doss Trent col monumento di Cesare Battisti) rammenta la cronaca del tempo presente e la storia del tempo che fu.