Dalla magistratura alla cronaca, dal “caso” Maccani all’orsa morta dopo anestesia (le analisi accerteranno compiutamente le cause) piovono randellate sulla Provincia di Trento. E chi, anni fa, domandava a gran voce le dimissioni dell’avversario politico per “manifesta incapacità e incompetenza” probabilmente parlava allo specchio.
Tempi cupi per le aquile di piazza Dante. È di qualche giorno fa la sentenza del giudice del lavoro, Giorgio Flaim, a favore del dirigente Marzio Maccani, allontanato dalla responsabilità del servizio di Polizia amministrativa per non aver aderito con “entusiasmo” alla carenza di vie di fuga dal concerto di Vasco Rossi del maggio scorso. Anche se alle aquile la decisione è andata di traverso, la Provincia dovrà reintegrare il dirigente nel proprio ruolo e nella propria funzione. Si annunciano ricorsi in appello, fino alla Cassazione. Tanto, paga Pantalone. Ma il giudice Flaim non è uno sprovveduto e la sentenza, secondo qualche legale da noi interpellato, pare a prova di ricorso.
Il tempo dirà, il tempo è galantuomo. Ciò che in questi giorni sta ulteriormente zavorrando le ali dei volatili di piazza Dante è la morte improvvida dell’orsa F43 (che pare la sigla di un caccia militare). Era stata anestetizzata per la sostituzione del radiocollare che la teneva monitorata da un paio di anni. L’animale, catturato in val di Concei, laterale della val di Ledro, non si è risvegliato dall’anestesia. Scontate le contumelie e la furia degli animalisti i quali hanno già inondato i social con messaggi del tipo: “Siete la vergogna dell’Italia”.
Siamo in piena campagna elettorale e ogni infortunio di percorso è utile per delegittimare l’avversario. Non si può sottacere, tuttavia, che qualche anno fa, per analoga morte di un plantigrado, proprio l’attuale presidente della Provincia, Fugatti, chiese a gran voce le dimissioni dell’allora presidente Ugo Rossi.
Il quale, colpito ma non affondato (la magistratura lo ha poi assolto dal “misfatto”) in codesta occasione si toglie più di un sassolino dalle scarpe. Questa la nota che ci ha inviato:
“Durante le operazioni di sostituzione del radiocollare è morta un’orsa.
Se ricordate accadde la stessa cosa nel 2014 con l’orsa Daniza. Leggete che cosa diceva allora Fugatti. Forse, adesso, chiederne per coerenza le proprie dimissioni…
Dovrebbe vergognarsi per aver infangato allora l’operato dei tecnici e delle strutture provinciali per speculare su un fatto che può accadere come si dimostra adesso. Dimissioni immediate del governatore Ugo Rossi furono chieste dal segretario trentino della Lega Maurizio Fugatti.
“La morte di Daniza perché non avrebbe retto la dose di anestesia iniettata durante il tentativo di cattura, dimostra tutta l’incapacità gestionale del progetto Life Ursus da parte della Provincia Autonoma di Trento. Noi siamo stati i primi a chiedere la cattura dell’orso dopo l’aggressione di Pinzolo; oggi, dopo quasi un mese dall’incidente, l’orso viene ucciso a causa di una anestesia troppo pesante eseguita dal Corpo Forestale. Da parte nostra siamo dispiaciuti della morte di Daniza, ma allo stesso tempo crediamo che le responsabilità per come si sono svolti tragicamente i fatti, vadano addossate ad una giunta provinciale che non è oggi in grado nemmeno di catturare un orso munito di radiocollare senza ucciderlo. Vista la gestione imbarazzante e la mancanza di professionalità dimostrata sin dall’inizio nel gestire le proprie competenze da parte della giunta provinciale, con tutte le ripercussioni negative che avrà il Trentino sotto il profilo dell’immagine e dell’impatto turistico per i prossimi anni, crediamo che il presidente Rossi debba rassegnare le dimissioni per incapacità e incompetenza manifesta”.
Chi di orsa ferisce…, con quel che segue.