Fuochi d’artificio sotto il cielo delle stelle alpine. Se ne parla, se ne discute, si prendono per buone le parole in libertà che sono cosa diversa dalla libertà di parola. E tutto si conferma e si smentisce nel giro di qualche ora. Come i fuochi della sera di San Vigilio che tutto illuminano per rendere la notte ancor più buia. Parafrasando Ed Hutcheson-Humphrey Bogart nel film “L’ultima minaccia” (1952): “È la politica bellezza! E tu non puoi farci niente! Niente!”
A Bologna dicono che “c’è del lavorato”, ma qui siamo oltre. Qui siamo alla perfezione dell’impudenza. Siamo al trionfo dell’Ineffabile. I fatti sono noti. Il Professore-Presidente-Onorevole-Sindaco-Assessore e quant’altro rivela alla stampa di alcuni suoi incontri con Fugatti – alla presenza del suo Ineffabile “segretario-geografo” – per definire un accordo capace di portare il PATT nel Centrodestra in vista delle elezioni dell’anno prossimo. Fin qui tutto bene. Certo appare un po’ strano vedere il PATT che si affida al Presidente del MART per definire un cambio di rotta politica di 360 gradi, ma quando si tratta di scranni è sempre meglio confidare sull’esperienza.
Il Professore peraltro è chiaro nell’affermare che, in proposito, c’è un dialogo in corso e che: “Nella dimensione molto variegata del PATT penso che Panizza sia tra coloro che sono più orientati a chiudere l’accordo con Fugatti e con la Lega”. Pensavamo quindi di aver capito: i giochi sono fatti e il PATT sterza a destra. Ma ecco, inattesa, la prevedibile replica. L’ Ineffabile infatti, il giorno dopo, sostiene che il Professore si esprime con “parole in libertà, perché lui è fatto così.”
Ma come? L’accordo è in vista; lo sgabello senatoriale è quasi pronto (lo tenga a mente il Sen. De Bertoldi) e l’Ineffabile smentisce addirittura il Professore? E adesso? Gli strali del Presidente del MART colpiranno il “segretario-geografo”, in odore d’essere bollato come “capra”, oppure tutto verrà ridotto a qualche “parola in libertà”, che peraltro nulla ha a che vedere con la “libertà di parola”?
In attesa di sciogliere l’amletico dubbio, lasciamo il Segretario del PATT a comporre nuovi mazzi di edelweiss, genziane, rododendri e stanche margherite, ben inteso senza papaveri e lasciamo l’Ineffabile al lavoro per riordinare le sue lucide medaglie tirolesi che, con orgoglio e per anni ha esibito sul cappottino di loden diligentemente stando al seguito di Lorenzo Dellai. Quando avrà finito, lo attendono a Mantova per sostituire l’inno hoferiano “Zu Mantua in Banden”, con la ben più italica e consona “Questa o quella per me pari sono”.Tutto e il suo contrario, pur di riottenere il suo sgabello, perché – sono parole in libertà – l’Ineffabile… è fatto così.