La Provincia di Trento contribuisce a finanziare un convegno di magistrati della Corte dei Conti perché è ritenuto utile alla promozione del turismo a Madonna di Campiglio. Negli anni ’70 del secolo scorso, per aver invitato e pagato un viaggio in Olanda a due magistrati della Corte dei Conti, la giunta regionale finì sulla graticola e con un processo davanti alla magistratura ordinaria. Il presidente Giorgio Grigolli e gli assessori furono rinviati a giudizio per peculato (poi assolti). L’assessore regionale al turismo, Guido Raffaelli, fu condannato e poi assolto in appello.
Tra le magistrature dello Stato ce n’è una – la Corte dei Conti – che fu istituita nel 1862 (pertanto 160 anni fa) “perché vigilasse sulle amministrazioni dello Stato, così da prevenire da impedire sperperi e cattive gestioni”. (legge 14 agosto 1862 n. 800 e regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214). È dunque l’organo di controllo su come vengono spesi i pubblici denari dagli amministratori pubblici. Infatti, il sito web della Corte dei Conti informa che all’Istituto è richiesto “un grande sforzo di adeguamento ed ammodernamento per soddisfare la crescente “domanda” sia di controlli efficienti, sia di puntuale esercizio della giurisdizione di responsabilità; ciò al fine di accrescere la trasparenza dell’amministrazione, di assicurare la corretta gestione delle pubbliche risorse, di elevare la qualità dei servizi che l’amministrazione rende ai cittadini”.
Parole sacrosante, scolpite come pietre, che ben figureranno tra i graniti del Brenta, in quella perla del turismo d’élite che è Madonna di Campiglio. Dove, dal 30 giugno al 1° luglio, si replica un convegno nazionale di magistrati contabili già celebrato con successo, par di capire, lo scorso anno. Anno di pandemia e di convegni e congressi che saltavano o erano rinviati a tempi migliori. Quello della Corte dei Conti, no. Tenuto in gran conto dalla Giunta Provinciale di Trento che, allora come oggi, non ha mancato di contribuire con 40 mila euro. Di pubblico denaro, ovvio.
Lo scorso anno, la trasferta campigliana dei magistrati contabili costò complessivamente 80 mila euro (metà dei quali pagati dalla Provincia). Quest’anno, con l’inflazione alle stelle, il costo preventivato è di 120 mila euro. Il contributo provinciale si ferma tuttavia a “soli” 40 mila.
“Per approvare il finanziamento, la giunta provinciale, venerdì scorso (10 giugno 2022) ha modificato il Dopi (documento di programmazione degli interventi) 2022-2023 in materia di organizzazione di eventi e manifestazioni”. Lo scrive il giornale l’Adige, l’unico quotidiano rimasto su piazza, assieme al dorso regionale del Corriere della Sera; in attesa di due nuovi giornali la cui uscita è prevista per settembre e per novembre. L’uno, targato Athesia, poche pagine, pochi giornalisti; l’altro, targato Synthesis, 40 pagine, 22 giornalisti.
Orbene, la delibera della Giunta Provinciale è stata motivata nella convinzione che “la Provincia considera prioritarie le attività di promozione, programmazione e realizzazione di iniziative, convegni e manifestazioni sul proprio territorio che ne valorizzino le specificità”.
Non si sa se tra queste priorità rientri anche il cofinanziamento di un soggiorno, che auguriamo lieto e proficuo, anche di una pattuglia di controllori da parte di un ente che dovrebbe essere “controllato”. Nessun sospetto di “captatio benevolentiae”, sia chiaro. Soltanto un interrogativo. Di opportunità, quanto meno.
Il convegno, informa puntualmente il giornale “L’Adige”, “cui possono partecipare fino a 100 magistrati a fini formativi – secondo la Giunta Provinciale – può quindi rappresentare un’importante occasione di confronto, considerato anche l’alto livello di interlocuzione che lo stesso propone”.
Dimenticavamo: il tema del convegno tra le guglie del Brenta è “Autonomie territoriali e contributo all’attuazione del Pnrr e dei piani complementari: il ruolo della Corte dei Conti”.
Se la memoria non ci inganna, ma a rifrescarla arriva prezioso il Dizionario Trentino (dei fatti, dei personaggi, delle storie) di Mauro Lando, l’intera giunta regionale del 1968 fu rinviata a giudizio (nel 1974) per peculato (e poi assolta) per aver invitato e pagato un viaggio in Olanda a due magistrati della Corte dei Conti con relative signore (vedi sotto).
Ora i tempi sono cambiati e non c’è alcun motivo di credere che una miseria di 40 mila euro possano ben disporre qualche magistrato contabile nei confronti di qualche amministratore provinciale. Del resto, la Provincia, fa sapere che la Giunta Provinciale è molto interessata ad “approfondire le tematiche oggetto del convegno proposto dalla Corte dei Conti”.
Anche noi, in fin dei conti.
La giunta “dei tulipani”
La vicenda di quella che passò alla storia come “la Giunta dei tulipani” è raccontata da Mauro Lando nel suo “Dizionario dei fatti, dei personaggi, delle storie del Trentino” (1945-1975, vol. 1) a pag. 101.
Caso Olanda. Nel maggio 1968, nell’ambito di un’iniziativa di promozione turistica regionale, si tennero una serie di incontri ad Amsterdam, in Olanda, promossi dall’assessorato al turismo. In rappresentanza della Regione vi presero parte l’assessore e vicepresidente della Giunta regionale Guido Rafaelli, operatori economici, giornalisti e due giudici della Corte dei conti di Trento, con le mogli. Si era in un periodo in cui la Regione, e poi le Province, puntavano molto sullo sviluppo turistico per garantire fonti di reddito nei territori più periferici: la spedizione in Olanda rientrava nell’obiettivo di aumentare la clientela da quel paese.
Cinque anni dopo, nell’ottobre del 1973, un anonimo inviò alla Procura della Repubblica di Trento una lettera in cui ipotizzò irregolarità nell’invito dei due magistrati della Corte dei conti ad una iniziativa di sviluppo turistico. Va ricordato che i giudici della sede di Trento della Corte dei conti avevano, tra l’altro, il compito di controllare la regolarità amministrativa delle spese deliberate dalla Regione e dalle Province. L’inchiesta avviata dalla lettera anonima portò (l’Adige, 12 dicembre 1974) al rinvio a giudizio per peculato per distrazione di Guido Raffaelli in quel momento non più impegnato nella vita politica. Raffaelli venne condannato dal Tribunale il 14 marzo 1975 perché si ritenne che l’invito ai due magistrati della Corte dei conti non fosse legittimo e che avesse più funzione di pubbliche relazioni che di promozione turistica. I magistrati del Tribunale gli comminarono due anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici. Durante l’udienza (Alto Adige, 15 marzo 1974) Raffaelli dichiarò che la decisione di invitare i due magistrati della Corte dei conti era stata dell’intera Giunta regionale e che aveva come obiettivo quello di rendere particolarmente qualificata la delegazione. Per questo il pubblico ministero Gianfranco Jadecola chiese che gli atti passassero alla Procura della Repubblica al fine di allargare l’indagine. E così infatti fu: dopo una serie di interrogatori e di accertamenti (l’Adige, 2 ottobre 1975) venne rinviata a giudizio per peculato tutta la Giunta regionale del 1968, ossia il presidente Giorgio Grigolli e gli assessori Remo Albertini, Giuseppe Avancini, Bruno Fronza, Enrico Bolognani, Spartaco Marziani, Silvio Nicolodi, Valentino Pasqualin. Con loro sul banco degli imputati anche i due giudici della Corte dei conti che avevano partecipato al viaggio.
Il processo si tenne il 16 dicembre 1975 e l’esito fu un’assoluzione generale, anzi (Alto Adige, 17 dicembre 1975) “con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste”. Nelle motivazioni della sentenza (Alto Adige, 27 dicembre 1975), il presidente del Tribunale Rocco La Torre scrisse che i due giudici della Corte dei conti partecipando al viaggio “operarono per funzione istituzionale nell’interesse dell’ordinamento regionale”.
Restava la condanna a Guido Raffaelli, che però decadde nella primavera 1976 con l’assoluzione decisa dalla Corte di appello.