Se non ci fosse da ridere ci sarebbe proprio da piangere. Lacrime di rabbia, prima che di commozione. Perché se una consigliera provinciale della cosiddetta opposizione non trova di meglio che opporsi al concerto di Vasco Rossi tirando in ballo l’orso rinchiuso al Casteller, siamo messi proprio male. Con una opposizione così, Fugatti dormirà sonni tranquilli per l’eternità, anche se la sera del 20 maggio il Blasco “sparerà” le sue canzoni a chiodo.
Riassunto di una interrogazione che la consigliera provinciale, Lucia Coppola, ha presentato alla presidenza del Consiglio provinciale di Trento. L’esponente dei Verdi chiede infatti alla Giunta Provinciale di “proteggere l’orso M49 dall’inquinamento acustico generato dal concerto di Vasco Rossi”. Sollecita Fugatti “a mettere in atto tutte le azioni possibili per una riduzione del danno da spavento anche con l’aiuto di sedativi blandi, limitati alle ore del concerto e quindi con effetti lievi, in modo da non impattare sulla salute del plantigrado”.
Il “povero orso” (le virgolette sono nostre) è rinchiuso a poche centinaia di metri dall’area del concerto. Area contestata soprattutto perché non provvista di tutte le misure di sicurezza necessarie per la preannunciata partecipazione di 120 mila persone. Insomma, ci sono poche vie di fuga tant’è che manca ancora il nulla osta che sarà firmato non già dal dirigente del servizio di polizia amministrativa, Maccani, bensì dal dirigente generale Sergio Bettotti. Maccani, infatti, ha sollevato pesanti perplessità in merito all’area del concerto. E allora dove sta il problema? In piazza Dante si troverà un dirigente superiore disponibile a mettere una firma “vista la portata dell’evento”.
A noi pare una questione grave ma alla consigliera verde premono i timpani del plantigrado. Il quale, dopo essere fuggito rocambolescamente ben due volte dal Casteller, sarà già probabilmente sedato di routine, come accade per gli anziani in certe case di riposo del Belpaese.
Quanto a Fugatti&C, sollecitati a più riprese su vari temi da un’opposizione afona e frastagliata, anche in questa occasione, anzi: proprio in questa occasione, faranno orecchie da mercante. Ed è forse l’unica volta che ci asteniamo dal biasimo.
Parafrasando Jannacci e il suo celebre “Ho visto un re”, verrebbe da dire: “povero orso e povero anche Fugatti”. Costretto a piangere dal ridere per non aver lasciato in fuga l’orso M49. Sempre che il plantigrado, per togliere dall’imbarazzo la Coppola e gli oppositori da par suo, non decida di andarsene “sua sponte” via dall’areale del Casteller. Vuoi mai che non ci sia un due senza tre.