È ora e tempo che si aggiorni lo Statuto di autonomia (il secondo Statuto) approvato il 31 agosto 1972 con il decreto n. 670 del Presidente della Repubblica Italiana, Giovanni Leone (1908-2001). Il “Testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige” fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 20 novembre 1972, n. 301. È un corposo Codice di 115 articoli che regolano la vita amministrativa della Regione Trentino-Alto Adige (come Ente, svuotata di quasi tutte le competenze che le erano state riconosciute con il primo Statuto del 1948) e delle due Province autonome di Trento e di Bolzano. Si “parva licet componere magnis” vorremmo suggerire la modifica di un paio di articoli ormai superati.
L’art. 52 stabilisce che “il presidente della Provincia ha la rappresentanza della provincia”. Una puntualizzazione da far impallidire il signor Jacques de La Palisse (1470-1525), del quale, scrissero, “un quarto d’ora prima di morire era ancora in vita.
A nostro modestissimo avviso, l’art. 52 dove si dice che [il presidente della Provincia] “adotta i provvedimenti contingibili ed urgenti in materia di sicurezza e di igiene pubblica nell’interesse delle popolazioni di due o più comuni” andrebbe modificato come segue (52 bis): “A un anno dalle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione pubblica, il Presidente della Provincia farà di tutto per realizzare, a spese del contribuente, un grande “circo Massimo”, epigono di quello ideato a Roma, nel VI secolo avanti Cristo, nella valle fra il Palatino e l’Aventino. In tal modo consentirà di organizzare uno straordinario concerto rock a lui (ma soprattutto a noi) tanto caro. Per predisporre il Circo, a sud della città capoluogo si farà spianare un appezzamento di 26 ettari di terreno allo scopo di ospitare almeno 120 mila spettatori. Si farà in modo che tutti gli ostacoli fisici e burocratici siano rimossi o messi in stand-by, compresi i funzionari provinciali perplessi. Quanto alla igiene pubblica, si disporrà la chiusura (entro il 22 aprile 2022) dell’hub vaccinale che insiste sull’area interessata alla kermesse musicale”.
Art. 52 bis: “Per consentire lo spettacolo sarà consentito “sequestrare” per tre giorni una città di 120 mila abitanti; sospendere le ferie e i permessi a vigili del fuoco e personale sanitario in modo che si possa sviluppare, con convinto giubilo e plauso degli interessati, una grande esercitazione di protezione civile”.
Nel nuovo Statuto non sarà prevista l’intitolazione di una piazza cittadina né la consegna della massima onorificenza provinciale alla rock star che scenderà dal cielo con l’elicottero (della Provincia autonoma di Trento?) Sono dettagli capziosi, posto che l’amministrazione pubblica deve provvedere alla salute fisica e al benessere della popolazione.
Del resto, la Provincia di Trento è invidiata nel mondo per il rigore e la soluzione dei problemi complessi da parte dei suoi amministratori. O Not? Di sicuro è attrattiva come poche. Soprattutto per i medici che, a frotte, bussano alle porte della sanità trentina. Per loro è previsto l’alloggio e persino lo sky pass gratuito, ma solo per chi è disposto a risalire le valli con forcipe e fonendoscopio. A Cavalese dovranno assumere un vigilante per regolare il traffico dei camici bianchi. Pensate a quelli del reparto di maternità dell’ospedale di Fiemme, tanto per non essere accusati di “Trentocentrismo”. Nel riaperto reparto di ostetricia e ginecologia si possono fare esperienze fondamentali. Magari non sul parto e sulle non auspicabili complicanze. Per esempio col lavoro a maglia, ottimo passatempo per confezionare i completini per neonati. Infatti, nel reparto riavviato dopo la sospensione pandemica sono tornate a covare le cicogne. Senza sgomitare ma con ben due-tre nuovi vagiti la settimana. Che si diffondono per la delicata quanto dedicata sala parto, disponibile h24.
Nella seconda sala operatoria del medesimo ospedale faticano a combinare chirurgia e traumatologia? Non sono problemi da togliere il sonno alle figure apicali della sanità provinciale. Qual è il problema? Se manca personale basta chiamare i “gettonisti”. Quasi mille euro al giorno, per far salire dal profondo sud a Cavalese un medico anestesista rianimatore, che saranno mai? Quanto al pediatra, cinquecento euro al giorno più vitto e alloggio in un hotel a 4 stelle, è una spesa minima, quasi da vergogna. Per la salute del bebè “a chilometro zero” questo ed altro.
Trasferire la puerpera a Trento o Rovereto costerebbe molto meno, ma i voti nelle valli di Fiemme e di Fassa pesano molto di più. Perché sul fondovalle le urne sono strabiche. Hanno la propensione a guardare sinistramente verso sinistra.
E pensare che, davanti a tutto questo bengodi, ancor oggi “c’è chi dice no”. Si tratta di gentaglia che vuole soltanto una “vita spericolata”. Consoliamoci perché, a ben vedere, sono solo una minoranza: “Rari nantes in gurgite Vasco”!