Possiamo dire basta? Possiamo far capire ad amici, parenti e conoscenti che ne abbiamo le tasche piene di tutti i messaggini prestampati con gli auguri, pasquali in questi giorni, buoni per ogni stagione? Non se ne può proprio più.
Pare di essere tornati indietro di cinquant’anni, al tramonto degli anni Sessanta, quando furoreggiava il ciclostile. Era l’epoca della “contestazione studentesca”. Ad ogni manifestazione pubblica, vale a dire un giorno sì e l’altro pure, erano distribuiti ai passanti fogli stampati con le motivazioni: dello sciopero, della protesta degli studenti, delle richieste ai professori, delle istanze dei sindacati. Erano fogli scritti a macchina su una matrice di carta che poi era inserita nel ciclostile per fornire centinaia di copie dello stesso testo.
Poi venne il tempo delle fotocopie e fu una conquista ritenuta epocale. Da una decina di anni furoreggiano i messaggi sul telefonino. Da quando, cioè, è diventata virale l’applicazione WhatsApp Messenger, creata (2009) dall’ucraino Jari Koum e da Brian Acton (ex impiegati della società di informatica Yahoo!) e hanno cominciato a dilagare gli smartphone.
Con la scusa che i messaggi con fotografia o testo allegato costano nulla, c’è stata l’invasione degli auguri: di buonanotte, di buona giornata, di buona digestione, di buon soggiorno, di buon tutto (compleanno, feste individuali e feste comandate). Poco male se il mittente scrivesse una frase o una parola di proprio ingegno. Tanto fastidiose invece le frasi fatte copia-incolla, inviate, talvolta sbagliando destinatario, in mezzo mondo. Condoglianze a chi si sposa, congratulazioni a chi è passato a miglior (?) vita. Un disastro digital-mediatico.
In questi giorni pasquali (ma è accaduto anche a Natale, Fine anno, Capodanno, Carnevale) siamo stati travolti da messaggi copiati dal web. Tra questi e una parola personale (basterebbe anche solo: auguri) c’è la stessa differenza che passa tra una colomba da 1 euro e 50 acquistata in svendita al supermercato e un dolce di analoghe fattezze sfornato dal pasticcere. L’una provoca acidità di stomaco, bruciore e malessere; l’altro accompagna la festa, aiuta a sentirsi meglio e, soprattutto, non interferisce con la digestione.
Ciò detto, se proprio non riuscite ad abbandonare il copia-incolla dei messaggini di auguri, astenetevi dall’invio. Meglio una telefonata. Rientra nel canone omnicomprensivo dei principali gestori e, soprattutto, si evita che il destinatario ricorra al cestino. Se una telefonata non allunga la vita, chi la riceve avverte di essere importante (almeno per qualche minuto). A nessuno piace sentirsi un duplicato.