È appena uscito in libreria un nuovo testo del noto economista francese Thomas Piketty, che si intitola “Una breve storia dell’uguaglianza” (La Nave di Teseo), sulla scia del suo grande predecessore Jean-Jacques Rousseau e del suo celebre “Discorso sull’origine e sui fondamenti delle disuguaglianze tra gli uomini” (1755).
In esso l’autore propone una storia comparativa delle disuguaglianze tra classi sociali nelle società umane, facendo notare che “non si tratta di una storia pacifica e ancor meno lineare, anche se si può in essa cogliere un processo orientato comunque verso l’uguaglianza. Il mondo dei primi anni del secolo XXI, per quanto ingiusto possa sembrare, è più egualitario di quello del 1950 o di quello del 1900, i quali, di per sé, erano già per molti aspetti più egualitari di quelli del 1850 o del 1780”.
Pur senza gloriarsene, questa costatazione potrebbe, secondo Piketty, offrire lo spunto per una continua mobilitazione dei singoli e delle istituzioni, invitati a non dimenticare la storia progressiva dell’umanità. È davvero così? Una visione illuministica della storia, in effetti, porta con sé l’idea che “il dopo è sempre migliore del prima”. E quello che concretamente accade debba essere letto come un ingorgo della storia, un momento di fragilità o di scarsa reattività della ragione, fiaccata da eventi momentanei. La pandemia potrebbe essere uno di questi?
Di fatto è accaduto che “accanto al Covid, il virus storico delle disuguaglianze ha ripreso a galoppare, dopo un 2020, il primo anno dell’era coronavirus, di relativa stasi. Se per molti la lotta alla pandemia (con le annesse chiusure delle attività economiche) ha comportato un impoverimento finanziario, in questi due anni i dieci uomini più ricchi del mondo hanno però più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, ritmo di 15 mila dollari al secondo. Nello stesso tempo si stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà (vivono cioè con meno di 5.50 dollari al giorno) rispetto al periodo pre-pandemico. E le proiezioni dicono che, senza radicali interventi, è verosimile che si torni alla situazione precedente non prima del 2030” (Eugenio Fatigante, in Avveniredel 18 gennaio 2022).
Anche in Italia, nei 21 mesi di pandemia intercorsi tra il marzo 2020 e novembre 2021, il numero dei miliardari italiani, presenti nella “lista Forbes”, è cresciuto di 13 unità, passando da 36 a 49 e il valore aggregato dei patrimoni dei super ricchi è cresciuto del 56% toccando i 185 miliardi alla fine di novembre 2021. Ad indagare su queste clamorose differenze sociali è soprattutto la Confederazione Internazionale di “ONG” impegnata nella lotta alle disuguaglianze (l’Oxfam), che ha pubblicato il suo ultimo rapporto il 17 gennaio scorso, intitolandolo “la pandemia delle disuguaglianze”. La sua direttrice, Gabriella Buker, ha scritto che “la disuguaglianza non è una fatalità ma il risultato di precise scelte politiche” e che “non è mai stato così importante intervenire sulle sempre più marcate ingiustizie e iniquità”, che riguardano anche, in riferimento alla pandemia, la mancanza di accesso ai vaccini. Il che amplia ulteriormente il divario tra Paesi ricchi e poveri e finisce col ritardare la ripresa globale. Il caso più clamoroso è quello di Jeff Bezos, il gran capo di Amazon, il quale, durante la pandemia, da solo, ha accumulato un surplus patrimoniale pari a più di 81,5 miliardi di dollari, equivalenti al costo completo stimato delle vaccinazioni (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale. È sempre Gabriela Buker ad affermare che “i super ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio dei 3,1 miliardi di persone che sono il 40% più povero della popolazione mondiale”. Secondo lei “le banche centrali hanno pompato miliardi di dollari nei mercati per salvare l’economia, ma gran parte di quelle risorse sono finite a miliardari che hanno cavalcato il boom del mercato azionario”. A quando “la nuova tappa” dell’uguaglianza?
1 commento
…meditare è un obbligo, essendo consci che noi non possiamo fare nulla…con il trascorrere degli anni sarà sempre peggio…sono i dati che ce lo dimostrano…intanto per un buon inizio di meditazione torniamo a Rousseau… http://chrisma.it/pdf/rousseau%20diseguaglianza.pdf