Le notizie arrivano in tempo reale sul telefonino. Le merci arrivano in tempi rapidi direttamente a casa, dopo essere state ordinate con il cellulare. Il nostro tempo è scandito dall’uso (e dall’abuso) di un minuscolo strumento che oggi si tiene nel palmo di una mano e che appena trent’anni fa, pesava come un macigno. Solo per restare in Italia, dove vivono 60 milioni di persone, sono attivi non meno di 80 milioni di smartphone. “Non a caso, la popolazione italiana trascorre la maggior parte del proprio tempo online: per le notizie non esistono più i giornali, per gli acquisti non esistono più i negozi fisici. Lo stesso è accaduto alle cartine geografiche: basti pensare al fatto che quando si è in viaggio o c’è bisogno di indicazioni per arrivare in un determinato luogo, è veramente rarissimo vedere in giro cartine geografiche, in quanto ci si può servire di un’apposita applicazione di Google Maps” (ANSA, 20 novembre 2020). Indagini recenti indicano che 50 milioni di italiani usano Internet e 35 milioni usano ogni giorno i social media: per informarsi, per curiosare, per mettere in piazza il proprio privato, per mille altri usi. Tutto è cominciato il 3 aprile 1973 con la prima telefonata eseguita da Martin Cooper direttore della sezione ricerca e sviluppo della Motorola. Ma prima che la telefonia mobile diventasse un fenomeno di massa sarebbero dovuti passare ancora un paio di decenni. Nel Trentino la pratica del telefono cellulare si può far risalire a trent’anni fa, come ricorda Mauro Lando nel suo “Dizionario (dei fatti, dei personaggi, delle storie) trentino” (Curcu&Genovese, vol. II, 2011).
Rapidissima, a partire dal 1990 è stata la diffusione del telefono cellulare, chiamato anche semplicemente “cellulare”, oppure “telefonino”. L’utilità, accompagnata dalla moda, ha fatto sì che nel 2007 metà della popolazione mondiale lo possedesse e che in Italia nel 2009 la percentuale fosse salita al 61 per cento della popolazione. In sostanza il telefono cellulare ha rappresentato uno strumento ormai irrinunciabile e la sua diffusione è avvenuta in tempi imprevedibili, facilitata poi all’arricchimento degli apparecchi con funzioni non direttamente connesse con la telefonia.
In un primo momento, a partire dai primissimi anni Ottanta, era possibile l’installazione del cosiddetto “radiomobile” solo sull’automobile e nel 1985, avvalendosi della rete a 450 Mhz, in Trentino gli utenti erano 23, diventati 1.250 nel 1990, anno in cui si allargò in tutto il Paese la diffusione del telefono portatile su rete cellulare con rete a 900 Mhz. Ossia i veri e propri telefonini. Queste cifre riferite ai servizi della Sip, allora unico gestore telefonico in Italia, sono riportate in un articolo del giornalista Gianpaolo Visetti su l’Adige dell’8 agosto 1990. In quel testo viene annunciato che la rete per i cellulari sarebbe stata avviata in Trentino in occasione dei campionati mondiali di sci nordico in val di Fiemme previsti nel febbraio 1991.
Da quella data quindi i cellulari, così come sono oggi conosciuti, salvo gli adeguamenti di tecnologia, sono entrati in Trentino. I costi: il radiotelefono nel 1991 costava (Alto Adige, 27 gennaio 1991) un milione e 390 mila lire, più l’installazione sull’auto ed un abbonamento mensile di circa 50mila lire. In regione in quel momento gli abbonamenti erano duemila. Di lì a qualche mese la situazione dei prezzi mutò radicalmente favorendo così la diffusione del cellulare. Da una pubblicità su l’Adige del 6 giugno 1991 si apprende che si puntava soprattutto agli abbonamenti, il che significa che, a parte il costo iniziale, con un abbonamento da 108 mila lire al mese un apparecchio “veicolare” veniva installato gratuitamente e subito attivato senza ulteriore costo. Per un “portatile” la tariffa era di 127mila lire al mese. Ancora del 1991, anno dell’avvio della diffusione dei telefonini, l‘Autostrada del Brennero (Alto Adige, 24 ottobre 1991) firmò una convenzione con la Sip per la copertura della rete telefonica nelle 12 gallerie più lunghe tra le 32 presenti sul tracciato autostradale. In quel momento scrisse il giornalista Corrado Zanetti, gli utenti del cellulare in regione erano 3.015, ma evidentemente l’investimento guardava alle migliaia di utenti che passavano quotidianamente sull’Autobrennero. Spuntarono anche i “cellulari abusivi” ossia quelli installati sulle automobili senza pagare il canone allora previsto. La Polizia postale ne aveva già individuati alcuni e fu annunciato (l’Adige, 17 gennaio 1992) che i controlli sarebbero stati intensificati.
Passati alcuni anni risultò che alla data del 31 agosto 1995 i possessori di telefonini in regione erano saliti a 33.800, ma risultò anche (Alto Adige, 11 ottobre 1995) che il monopolio della Sip, ormai diventata Tim del gruppo Telecom, era finito e che anche in Trentino stava entrando la rete del secondo gestore ossia della Omnitel.
Da allora in poi i telefonini fecero notizia soprattutto per la diffusione, spesso contestata, delle “antenne” per telefoni cellulari.