Ci risiamo. La neve deve avere un fascino particolare per gli inquilini pro tempore di piazza Dante, a Trento. Qualche mese fa, per attirare medici negli ospedali di periferia (ma ne mancano pure a Trento e Rovereto) si sono inventati lo ski pass gratuito: per il sanitario e la famiglia. Il lock down generalizzato ha sterilizzato l’offerta visto che le piste, Giove niveo beffardo, sono rimaste bianche come la neve, abbondante, soffice e intonsa per tutto l’inverno.
Ma in questa promettente stagione di un ritorno all’antico, con la pandemia che spezza nuovamente le reni all’Europa (e non solo) pur di salvare la stagione dello sci nel piccolo mondo dell’autonomia trentina, le aquile del Palazzo si sono inventate la maratona vaccinale.
“Corriere della sera” di domenica 28 novembre, prima di Avvento: “Trentino in sicurezza – In 5 giorni vacciniamo centomila persone – Il governatore Fugatti: così salviamo turismo e Natale”.
Che il Natale (quello della tradizione cristiana) sia in pericolo, probabilmente interessa poco a Lorsignori. Che la stagione dello sci sia nuovamente in bilico, costretta a slalom fra divieti e aperture, è in effetti un problema. Per chi ci lavora, per chi incassa. “Il Trentino non può permettersi un altro anno di chiusura” fa sapere il Presidente: “Siamo una provincia che vive di tasse pagate dai propri cittadini. Se si inceppa il turismo si blocca il sistema economico. E noi non possiamo permettercelo”. Neanche gli altri, in verità. E via con l’ambizioso piano vaccinale a tappeto: dal 4 al 8 dicembre, i venti punti di vaccinazione dislocati sul territorio provinciale resteranno aperti dalle sei del mattino a mezzanotte. Sulla carta si potrebbero iniettare centomila dosi di vaccino (dalla prima alla terza) e per farlo sono stati mobilitati 500 operatori della sanità e volontari. Resta da capire se quel 15% della popolazione trentina che ancora non ha aderito all’offerta della prima dose correrà in massa a farsi inoculare il vaccino per salvare la stagione dello “stagionale”. La variante “omicron” del Covid19, sbarcata in Europa dagli aerei dall’Africa del sud, potrebbe far breccia fra i dubbiosi. Anche se le ricorrenti ondate dei “no vax” del sabato pomeriggio fanno propendere al pessimismo.
Intanto il presidente dell’ordine dei medici della provincia di Trento, il ginecologo Marco Ioppi, ha prontamente bacchettato Fugatti e il suo assessore-albergatore con delega al turismo. Scrive Franco Gottardi su l’Adige di domenica 28 novembre: “I medici ci sono. A decine si sono messi a disposizione per sostenere la maratona vaccinale. […] Ma sia chiaro – sottolinea il presidente Ioppi – che è uno sforzo collettivo che deve essere fatto per la salute dei cittadini e soprattutto per proteggere i soggetti deboli, non certo per salvare la stagione turistica invernale”.
Più che alla Tre-3 di Madonna di Campiglio (22 dicembre 2021), Ioppi guarda alla Tre-3 intesa come terza dose. Ancora dall’intervista a Franco Gottardi: “Bisogna fare in modo che il servizio sanitario risponda alle esigenze di salute di tutti i pazienti, al di là del Covid. Perché oggi è in sofferenza tutta l’attività di prevenzione e cura. Abbiamo interventi che vengono spostati, terapie che non possono essere applicate”.
Per dirla col filosofo inglese Thomas Hobbees (1588-1679): “Primum vivere, deinde (philosophari) sciare”.
A tale proposito, sarebbe utile sapere perché il Trentino, un anno fa è rimasto zona gialla quando, secondo i dati resi noti nei giorni scorsi dall’Azienda sanitaria, i contagiati da Covid, fra ottobre e dicembre 2020, erano il doppio rispetto a quanto comunicato al Ministero della salute: 40.013 invece di 21.840, come asserito allora.
Il prof. Davide Bassi, già rettore dell’Università di Tento, che per mesi ha contestato le cifre diffuse dalla Provincia, ha dichiarato al giornale on-line “il Dolomiti”: “Qualcuno in Piazza Dante dovrebbe chiedere scusa”.Pretendere le scuse forse è troppo da chi organizza concerti rock sulle note di “una vita spericolata” ma un po’ di serietà questo sì. Almeno sulle cifre. Perché i conti che non tornano non sono solo quelli della stagione dello sci.