Ci risiamo. Nel paese dei balocchi dove l’uno vale uno, le aquile di piazza Dante vogliono aprire porte e finestre anche a chi non ha in tasca i titoli e gli esami (superati) per accedere a un posto di insegnante nella scuola dell’infanzia. E che, diamine, non ci vorrà mica una laurea in scienze pedagogiche per accudire qualche pargoletto in età prescolare. Poiché mancano insegnanti con titolo di studio idoneo, e sono in via di esaurimento le graduatorie di chi è in lista d’attesa per un posto fisso, si dia il là alla sperimentazione con contratto a termine. Sono ammessi anche i non laureati o con qualche esame in Scienze della formazione primaria ancora da sostenere.
Di questo passo, visto che scarseggiano i medici apriamo ai fotografi per un posto di radiologo. Reclutiamo gli elettricisti per praticare una cardioversione. Per una scarica elettrica non servirà mica un cardiochirurgo, no? E se urge, perché non far fare una colonscopia all’idraulico di casa, specialista nella disincrostazione degli scarichi? Tanto pur sempre di un tubo si tratta. Quanto al chirurgo, in attesa di trovarne uno fuori piazza, si può sempre far ricorso al macellaio di fiducia. Come sa trattare le frattaglie il “becàr” del mio paese, cara signora, neanche un luminare della chirurgia estetica.
È il senso dell’interrogazione presentata in consiglio provinciale dall’avv. Luca Zeni il quale, dai banchi dell’opposizione, non fa sconti alle aquile che si annidano sulle poltrone dell’esecutivo. La maggior parte prive di studio adeguato (e si vede) ma pur sempre democraticamente elette a rappresentare il popolo trentino. Che se è e resta sovrano nel bene, figurarsi nel male. Senza nulla togliere al merito di segnalare la disinvolta decisione, non è che l’avv. Zeni sia esente dalle critiche di chi oggi vede il peggio nella gestione della provincia e dell’autonomia. Se è vero che la storia è una meteora e gli uomini hanno la memoria corta, i trentini d’antan non dimenticano che il firmatario della interrogazione di cui sopra fu appollaiato per tre anni sullo scranno di assessore alla salute e alle politiche sociali. E non si ricordano iniziative degne di nota volte a favorire una programmazione dei bisogni (di medici e di sanitari nei vari comparti). Interventi tali da evitare i sovraccarichi di lavoro ma soprattutto i buchi che si sono aperti tra i camici bianchi e che diventeranno voragine nella sanità pubblica.
Scontata la replica: è colpa del numero chiuso nelle facoltà universitarie italiane. Adesso che le aquile di piazza Dante hanno deciso di volare alto, avviando una facoltà domestica di medicina, tutto si sistemerà nel giro di qualche anno. Nel frattempo, Giove pluvio benigno, tornerà la neve e con essa la stagione dello sci. Sono pronti gli ski pass gratuiti per quei medici che abbandoneranno la Padania per inerpicarsi, fonendoscopio, bisturi e scarponi, verso gli ospedali delle valli: Tione, Cles e Cavalese. Il bianco delle piste agevolate per i camici bianchi val più di un incentivo di carriera. A Cavalese poi, nel silenzio ovattato dal riserbo istituzionale, si moltiplicano gli sforzi per far digerire ai riottosi (e sono tanti) lo spostamento del vetusto ospedale delle valli dell’Avisio proprio sul fondovalle. Manco dirlo: in riva all’Avisio. Là dove il silenzio è rotto solo dallo scroscio delle acque che scendono dalla Marmolada. E se, un giorno lontano, vi sarà un’esondazione, pazienza: si sposteranno i letti e si puliranno i pavimenti. Ma vuoi mettere un ospedale bello nuovo, accanto alle piste del Cermis, in fondo alla valle di Stava, lungo la superstrada che agevola il transito massiccio dei turisti (e delle ambulanze)?
Fino a qualche settimana fa del progettato futuribile ospedale di fondovalle erano a conoscenza il commissario della comunità territoriale di Fiemme, Giovanni Zanon e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Oltre naturalmente alle imprese interessate all’impresa. Fugatti, un anno fa, ha chiesto a Zanon di stare zitto e Zanon ha mantenuto la parola. L’altra sera, a Cavalese, c’è stata una pubblica assemblea. Molti amministratori hanno ascoltato e sono stati zitti. Qua e là si è levata qualche voce critica. Ma gli interessi in ballo sono tanti e in tanti sono pronti ad andare in soccorso. Al vincitore.