Il governatore della Provincia autonoma di Trento ordinò alla segretaria di chiamargli al telefono lo staff di una star del rock. Roba buona, tanto da richiamare almeno centomila spettatori, in grado di alzare l’indice di gradimento dopo le titubanze, gli inciampi, gli ordini e i contrordini della controversa gestione della pandemia. Questo il dialogo, sia pure ricostruito con la fantasia, pescando fra i titoli di alcuni brani della stella del rock.
Fugatti: “Sto pensando a te”, “Vieni qui”, “Ho bisogno di te”, di “Sensazioni forti” sennò, magari “Io perderò” le prossime elezioni e sarò costretto a chiedere “Asilo”.
Rossi: “Cosa importa a me”, “Non mi va”, “Voglio andare al mare” a godermi un’“Albachiara”.
Fugatti: Credimi, ho una “Maledetta ragione” per chiederti “Lo show”, magari un “lunedì” per stendere un “Manifesto futurista della nuova umanità”.
Rossi: “Cosa c’è”; “Cosa vuoi da me”; “Credi davvero”, che… Io ho già una “Vita spericolata” e “Vado al massimo”.
Fugatti: Ti dico “La Verità”: “Come vorrei” che tu venissi in Trentino. “Ad ogni costo”.
Rossi: “Generale”, “Va beh (se proprio te lo devo dire)”, “Io ti accontento”, ma “Portatemi Dio” (pagatemi a peso d’oro, accollatevi le spese e pagate i biglietti che dovessero restare invenduti) perché “Qui si fa la storia”.
Fugatti: È un piano “praticamente perfetto”. Sarà una “Splendida giornata”. Tuttavia ti debbo avvertire: sarai il “Benvenuto” ma in Trentino ci sono “Buoni o cattivi” e soprattutto “C’è chi dice no”. Ad ogni buon conto “Va bene, va bene così”.
PS. Per evitare fraintendimenti, il Rossi del dialogo (immaginario) con il presidente della Provincia autonoma di Trento non è l’ex governatore autonomista ma il ben più blasonato e celebre cantautore Rossi Vasco (1952), modenese, 33 album, il quale ha scritto 182 brani musicali. È stato invitato a tenere un concerto a Trento (Covid permettendo) per il 20 maggio del prossimo anno. All’euforia dei fans si mescolano i dubbi e le perplessità, ben sintetizzate dal giornalista Maurizio Tomasi.
Seguo con sgomento ed una sgradevole sensazione di voltastomaco la vicenda del concerto di Vasco Rossi, circondata da un’enfasi che ritengo spropositata. Sgomento per un contratto che sembra essere stato redatto dal Gatto e la Volpe di cui cantava Bennato (ma in questo caso il beffato non è certo l’artista e con lui il suo entourage) e per un progetto annunciato in pompa magna ma campato in aria, a cominciare dall’assenza della struttura che lo dovrebbe ospitare: doveva essere “una vera e propria arena dedicata ai grandi eventi” ma adesso si parla invece di un “grande prato”.
Un altro esempio di piedi d’argilla? I promotori hanno definito un “privilegio” i 60mila biglietti che saranno riservati ai fan che abitano nell’Euregio. A tutt’oggi sul Tiroler Tageszeitung non è stata pubblicata la notizia del concerto del 20 maggio prossimo. Se si fa una ricerca sul sito del quotidiano di Innsbruck digitando “Vasco Rossi” si ottengono 12 link, che portano tutti ad articoli datati e prevalentemente dedicati al Festival di Sanremo, con semplice citazione di Vasco Rossi fra le star della musica italiana che vi hanno preso parte. In un articolo del 2017 sul mega concerto di Modena (quello con oltre 200.000 presenti), Vasco Rossi viene definito “meno popolare sul piano internazionale rispetto ai suoi più famosi colleghi Eros Ramazzotti, Zucchero e Laura Pausini” e non si fa alcun cenno alla sua popolarità in Tirolo, il che fa supporre che oltre Brennero i fan sfegatati non siano una grande schiera e probabilmente lo stesso vale anche a nord di Salorno. Sarà interessante sapere quanti dei 60mila biglietti rimarranno invenduti al botteghino ma acquistati da Trentino Marketing.
E qui sopravviene il voltastomaco nel prendere atto che si è pensato di poter “investire” le risorse del Trentino in simili allucinanti operazioni di “rimborso”: forse non era propriamente questa l’autonomia che aveva in mente Alcide De Gasperi per la sua terra natale quando con Karl Gruber firmò lo storico accordo che porta il loro nome.È forse eresia pensare che la vocazione del Trentino non è propriamente quella di farsi conoscere e far parlare di sé ospitando mega concerti?