Un appello a pagamento. Una pagina con 925 firme di donne e uomini di cultura, responsabili di musei e di associazioni culturali, insegnanti e docenti universitari/e, italiani e stranieri. Lo pubblica il giornale l’Adige di mercoledì 26 maggio 2021, sotto il titolo: “Giovanni Kezich: la sua rimozione dal ruolo e le sorti del museo degli Usi e Costumi della gente Trentina”.
Nella premessa si scrive che “con la delibera 698 della Giunta provinciale del 3 maggio u. s. il direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, dottor Giovanni Kezich, con brevissimo preavviso e senza nessuna motivazione plausibile, veniva improvvisamente esautorato dal ruolo che ha ricoperto dal giugno 1991 con dedizione, con costanza e puntualità, con intelligenza e con creatività: creatività e intelligenza che si rispecchiano fedelmente nello stato attuale di un Museo che, senza tradire nulla dello spirito originario dell’indimenticato fondatore Šebesta, si presenta oggi alla vista ampliato, rinnovato e arricchito di nuove sale e di nuove proposte e promotore di una gamma completa di iniziative didattiche, territoriali e di ricerca”.
Coloro che firmano la petizione “contro la rimozione di Kezich e a favore della continuità della direzione scientifica del museo degli Usi e Costumi della gente trentina” si augurano che Kezich “possa venire senz’altro reintegrato nel ruolo che gli compete”. Contestualmente esprimono preoccupazione “per un grave depauperarsi del patrimonio stesso del Museo, che è un contenitore di oggetti, ma anche e soprattutto di concetti e di prospettive che li riguardano”.
Kezich è stato rimosso dall’incarico a due anni dalla pensione, per sostituirlo con il direttore amministrativo del museo stesso, Lionello Zanella. Persona più che degna, si immagina. A far di conto. Nominato direttore amministrativo a far data dal 1° gennaio 2019, sarà direttore a San Michele dal !° giugno.
Non è mistero che Giovanni Kezich fosse poco “simpatico” ai titolari, pro tempore, della cultura trentina. Come è noto i reggitori delle sorti di un popolo non hanno bisogno di “laudatores”, quanto di “yes man”. Ecco, in questo valzer delle poltrone, ciò che stupisce non è il cambio della guardia in sé (gli incarichi dirigenziali, per loro natura, sono sempre “pro tempore”), quanto la mancata nomina di un nuovo direttore scientifico. Né potrà sostituirlo l’attuale vicedirettrice Antonella Mott la quale non ha indugiato ad esporsi pubblicamente (una sua accorata lettera pro Kezich è pubblicata dall’Adige nell’edizione del 26 maggio 2021).
A meno che… ma è solo un bizzarro sospetto, gli attuali inquilini del Palazzo delle Aquile non ritengano superato il Museo degli usi e costumi della gente trentina. Essendo provvisti di un ampio orizzonte culturale forse pensano di trasformare San Michele in un grande museo della gente padana. Che in fondo si accontenta di poco: lo spadone di Alberto da Giussano, un’ampolla di acqua delle sorgenti del Monviso e la benedizione del dio Po.
2 commenti
Buonasera, sono un antico amico senese di Giovanni. Vorrei aggiungere la mia firma all’appello.
Franco Cambi
Docente di Archeologia dei Paesaggi
Università degli studi di Siena
Mi associo all’appello per restituire valore scientifico alla gestione del museo reintegrandone il direttore.