Le cronache sui giorni di guerra nel vicino Oriente rendono attuale il volume (edito da Itinera/progetti) con le firme del generale di Brigata della Riserva dell’Aeronautica Alberto Mario Carnevale, del tecnico di elettronica industriale Eugenio Ferracin e del giornalista Maurizio Struffi.
Il testo, riedizione ampliata di un primo volume già uscito nel 2016, sarebbe avvincente come una spy story se non fosse drammaticamente ancorato alla realtà. “Cieli fiammeggianti” è la storia vera “dalla guerra fredda a Base Tuono”, con “l’eco del ‘Blazing Skies’ e gli Hercules nucleari”.
Scrive Marizio Struffi nel risvolto di copertina:
“Nella seconda metà del secolo scorso centinaia di missili sono stati schierati a difesa dei paesi della Nato lungo i confini con i paesi dell’Europa orientale. Confini territoriali ed ideologici, che nel 1946 il premier inglese Winston Churchill aveva qualificato come “cortina di ferro”. La definizione era il simbolo stesso della divisione creatasi dopo la seconda guerra mondiale. Nello schieramento, esteso dalla Norvegia alla Turchia, ebbe un ruolo primario il sistema superficie-aria Nike, per un breve periodo con il missile Ajax, poi e ben più a lungo, con l’Hercules, di maggior gittata ed armato anche con carica nucleare. Con lancio da postazione fissa e teleguidati da terra, erano missili idonei a contrastare con grande efficacia eventuali attacchi di aerei nemici. Progettato negli Stati Uniti, il sistema Nike fu adottato in varie parti del mondo. Nell’Occidente europeo, tra la fine degli anni Cinquanta ed i primi anni Sessanta, furono costruite 106 basi. Nel nord-est d’Italia ne sono state attivate 12, in sette delle quali gli Hercules erano armati anche con testate di guerra nucleari. La sola testimonianza storica che ne rimane in Europa è Base Tuono, a circa 1600 m di altitudine, nel Comune di Folgaria, in Trentino, riallestimento museale riconosciuto dall’aeronautica militare italiana e realizzato con apparati e strumentazioni originali. Missili, radar e dispositivi elettronici, parzialmente mimetizzati tra le foreste di abeti che circondano Base Tuono, ora documentano le drammatiche tensioni vissute nei lunghi anni della guerra fredda e quindi un importante quanto assai poco conosciuto capitolo della recente storia d’Italia”.
Suddiviso in cinque macro-capitoli, il volume racconta l’origine e lo sviluppo di quella che fu chiamata “guerra fredda”. Una guerra di nervi “nucleare” fra i due blocchi che si erano formati alla fine della seconda guerra mondiale: Stati Uniti e Unione Sovietica. La NATO a ovest, il Patto di Varsavia a est. Divisi da una “cortina di ferro” che avrebbe portato al muro di Berlino (1961), alla proliferazione delle armi nucleari, ai missili di Cuba, all’invasione sovietica seguita alla “Primavera di Praga” (1968). Una sintesi di 45 anni, dal 1947 al 1991, di cronache del terrore divenute storia.
Un secondo capitolo del libro di 270 pagine si occupa delle “strategie della guerra fredda”, in un crescendo da suspense: “Da von Braun al Nike”; “Gli intercettori teleguidati”; “Lo schieramento dei Sam dell’aeronautica”, “Oltre al Nike”, “Gli Hercules nucleari” fino a “Base Tuono”, la stazione di lancio dei missili sull’altopiano di Folgaria. Oggi restituita alla comunità e divenuta un museo della Guerra fredda.
Di particolare interesse, sul piano locale almeno, le pagine che raccontano la genesi di Base Tuono, l’arrivo sull’altopiano di un elicottero Sikorsky con quattro militari degli Stati Uniti. “Era la tarda mattinata di sabato 20 febbraio 1960 – scrive Maurizio Struffi – nessuno ebbe l’ardire di chiedere ai “mericani” il motivo della loro presenza, d’altronde non avrebbero saputo come farsi comprendere. Né gli ospiti assicurarono di loro. Rimasero per quasi un’ora a guardarsi attorno, a gesticolare, a parlare, poi tornarono a bordo, per primi i due piloti che si infilarono le loro seggiolini, ben più in alto rispetto ai passeggeri. Ancor prima che il motore si riavviasse, l’insegnante aveva portato gli scolari a distanza di sicurezza, seguiti dagli altri spettatori, tutti con una mano a chiudersi il bavero e l’altra sulla testa per evitare che berretti e cappelli volassero via. Il nevischio che il vorticoso roteare delle eliche aveva sollevato era così fitto e violento che nessuno riuscì a tenere gli occhi aperti: il decollo non lo videro neppure, lo sentirono soltanto. guardarono l’elicottero prendere quota e allontanarsi fino a sparire oltre la montagna. A Serrada se ne parlò per giorni fantasticando sui motivi di quella strana visita, ma la spiegazione arrivò solo dopo qualche anno: si era trattato del primo sopralluogo, sul territorio comunale di Folgaria, del personale dell’Aeronautica e della Nato incaricato di trovare il posto idoneo a realizzarvi la base dei missili Nike”.
Gli autori del libro non mancano, infine, di dare esaurienti spiegazioni a quelle “leggende metropolitane” fiorite attorno alla “base Tuono” la quale, a dispetto di una delle tante “fole” non ebbe mai testate nucleari. Perché, in caso di attacco invernale, sarebbe stato difficile spostare rapidamente l’arsenale in pianura. Come dire che l’altitudine di passo Coe ha evitato l’atomica sulla porta di casa. Anche se i missili armati di testata nucleare c’erano, e probabilmente ci sono ancora, appena fuori dalla finestra.