Dal 30 aprile al 9 maggio, a Trento, riprende il viaggio il Trento Film Festival. L’ufficio stampa della rassegna scrive che “La 69. edizione del Trento Film Festival si svolgerà in modalità ibrida, con le proiezioni in sala – pubblico contingentato – e in streaming, grazie alla piattaforma digitale che metterà a disposizione la visione dei film fino al 16 maggio, e con decine di appuntamenti alpinistici, letterari e scientifici da seguire sul sito e sui canali social del festival”. Alla rassegna trentina, nel 1972 fu proposto il film sulla sciagura accaduta giusto cinquant’anni fa, nel luglio del 1971, sulla Cordigliera delle Ande, in Perù.
Dopo averla conquistata il 6 luglio 1971, Bepi Loss, 35 anni, accademico del Cai, e Carlo Marchiodi, 38 anni, forte rocciatore esperto delle ascensioni su ghiaccio, precipitarono sulla via del ritorno. I loro corpi furono trovati dai compagni di spedizione ai piedi di una parete di ghiaccio e la corda che li legava tratteneva ancora un chiodo contorto.
La loro impresa, che comunque avevano portato a termine, voleva essere un capitolo delle celebrazioni del centenario di fondazione della Sat il sodalizio alpinistico Trentino di cui facevano parte nell’ambito del gruppo rocciatori. L’intera spedizione, cui parteciparono anche Remo Nicolini, Marco Pilati, Franco Pedrotti, Bruno Tabarelli de Fatis, Vincenzo De Gasperi, Pierino Franceschini ed il fotoreporter e cineoperatore Giorgio Salomon, era intitolata “città di Trento”, anche per il sostegno che aveva ottenuto da parte della popolazione e degli appassionati del capoluogo. La partecipazione popolare si dimostrò talmente elevata che al funerale dei due alpinisti, partito dalla sede della Sat in via Manci, parteciparono non meno di cinquemila persone ed al passaggio delle bare in negozi venivano chiusi in segno di rispetto e di lutto. La spedizione era stata presentata nel febbraio 1971 chiarendo che aveva scopi esplorativi e cartografici in una zona poco conosciuta delle Ande, ma da un punto di vista alpinistico puntava a salire due sue vette in violate. Erano il Nevado Caraz e l’Alpamajo, ambedue oltre i seimila metri sul livello del mare.
La partenza da Milano fu il 27 giugno 1971 ed in un’epoca in cui i telefonini ed i collegamenti satellitari non erano neppure immaginati, i contatti venivano tenuti da una coppia di radioamatori di Mezzocorona, Ignazio e Valentina Donati, che erano in collegamento con due radioamatori di Lima in Perù. Costoro, a loro volta, ricevevano notizie dai frati di un convento che si trovava a 200 km in linea d’aria dal campo base. Proprio ai frati la spedizione faceva conoscere i propri movimenti. Il 10 luglio arrivò la notizia della tragedia ed il dottor Mario Cristofolini, uno degli ideatori dell’impresa, ebbe il compito di comunicarla alle vedove.
“Loss e Marchiodi morti sulle Ande” titolò l’Alto Adige dell’11 luglio 1971. Il rientro della spedizione, con le salme recuperate con fatica dei sopravvissuti, fu il 29 luglio ed il funerale fu celebrato il giorno successivo. Le immagini ed il filmato della spedizione, girate dal cineoperatore Giorgio Salomon furono presentati l’anno successivo al Filmfestival della montagna.
(Il testo è tratto dal “Dizionario Trentino”, volume I, 1945-1975, Curcu&Genovese, 2008)