Una volta si giocava al “piccolo chimico”. Oggi qualche politico di lungo corso e di scarso ingegno gioca a fare il “piccolo Trump”. La cui dottrina – a forza di raccontare balle anche le panzane sembreranno vere – sta facendo proseliti. L’ultimo, ma non ultimo in quanto a gaffes, il consigliere provinciale, già autonomista, Walter Kaswalder. Nell’aula, un tempo austera, del consiglio regionale-provinciale se ne è uscito con la fandonia che in fondo “qualcosa di buono è stato fatto anche dal fascismo”. Probabilmente ha sbirciato il titolo di un libricino (che gli consigliamo caldamente di leggere per intero) pubblicato sei anni fa dallo storico trentino Francesco Filippi (ed. Bollati Boringhieri, 2019, 12 euro): “Mussolini ha fatto anche cose buone – Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo”.
La casa editrice avverte: “Basta un’ora per leggere questo volume, e sarà un’ora ben spesa, che darà a chiunque gli strumenti per difendersi dal rigurgito nostalgico che sta montando dentro e fuori il chiacchiericcio sguaiato dei social.”
Ecco, il nostro illustre già presidente del Consiglio Provinciale di Trento (e già condannato in via definitiva per il licenziamento del suo capo di Gabinetto, Walter Pruner) deve essersi bevuto e imbevuto di quelle idiozie. Perché non puoi tuonare in Consiglio provinciale dicendo che “L’Ina casa fu istituita al tempo del fascismo” quando, invece, il piano di intervento dello Stato nel favorire l’edilizia abitativa, noto come “Piano Fanfani” fu avviato nel 1949 con la firma del ministro del Lavoro, Amintore Fanfani (1908-1999) e fu operativo sino al 1963.
Vabbè, di fronte al mormorio dell’aula, il povero Kas ha cercato di correre ai ripari ma ha fatto quel che si dice “pezo el tacòn del bus”. Insomma una figuraccia, che la consigliera del PD, la maestra Maestri, stigmatizza con la penna del suo Ghost writer: “Affermare che “qualcosa di buono è stato fatto” dal fascismo, significa avvalorare una delle più colossali menzogne della nostra storia e diffondere, al contempo, una triste e ignorante “favoletta” che alimenta false memorie e bugiardi miti. Il fascismo costituì, in realtà, oltreché un’oppressione liberticida ed omicida, un diffuso impoverimento della popolazione; una provincializzazione esasperata del Paese; una fonte di razzismo antisemita e xenofobo ed un aumento esponenziale delle ingiustizie, quali premesse ad una guerra disastrosa che riempì di lutti l’Italia intera”.
Se fossimo a “squola” la maestra l’avrebbe già cacciato dietro la lavagna. Ma forse non è nemmeno tutta colpa sua. Ormai a scuola la storia non si studia più.
Rammentiamo al succitato consigliere (e anche un buon mazzo di suoi colleghi i quali proprio non brillano per acume) che al tempo del fascismo era di moda l’olio di ricino. Noi, imbibiti di benevolenza, suggeriamo più blandamente la somministrazione dell’olio di fegato di merluzzo. Fa schifo come quello di ricino ma pare aiuti a sviluppare l’intelligenza.
Coraggio, consigliere: si tappi il naso e ingurgiti a garganella. Vedrà che domani, leggendo queste righe, le sorgerà il dubbio di dover prendere in mano i libri di storia. Ecco, sarà la prova che l’olio di fegato di merluzzo le sta già facendo bene.