“Meno compiti a casa e più tempo libero”. Come no? I pargoli non possono “perdere” mezz’ora tra il sabato e la domenica per farsi dettare i compiti dai genitori (e poi magari li portano a scuola sbagliati). No, perché a giudizio degli emuli di Giovanni Gentile, il ministro di Mussolini che nel 1923 elaborò la riforma della scuola italiana, i cuccioli hanno bisogno di riposare, non di affaticare le meningi già oberate di impegni casalinghi. Costretti a preparare la tavola, pulire le stoviglie, fare i letti? Manco per sogno: “costretti” a guardare i cartoni animati, le fiction, i videogiochi e quanto altro di meglio offre il mercato dell’intrattenimento.
Adesso ci ha pensato lei, caro Lui. Niente compiti il sabato e la domenica. Che i pargoli nostrani crescano liberi come Lucignolo nel Paese dei Balocchi.
Sono anni che un tale implora sua moglie, che fa l’insegnante, di non affidare ai suoi alunni impegni extrascolastici, cioè dar loro da compilare i compiti a casa. E lei, testarda, che continua a farlo. Lui (con la “elle” minuscola sia chiaro) lo fa non perché abbia a cuore la tranquillità dei genitori con pargoli al seguito. No: da egoista matricolato pensava e pensa che se la moglie non dà compiti a casa poi non dovrà perdere tempo per correggere ciò che i genitori avranno dettato ai figli. Cresceranno somari? Pazienza. Già ne abbiamo fulgidi esempi nei Palazzi del potere.
E anche il Golem è d’accordo con noi.
(af)
Puntuale come le tasse, ecco l’ennesima figurina da aggiungere all’album del populismo in salsa trentina. Dimostrando infatti un’evidente competenza in materia, propria di qualunque immobiliarista trasformato dal voto in esperto responsabile dell’istruzione provinciale, l’attuale assessora ha invocato il diritto alla disconnessione, che altro non è, secondo la mia argillosa impressione, se non un modo elegante e forbito per invocare meno compiti per gli studenti durante i week end e le vacanze e rendere così alle famiglie più facile muoversi, fare turismo e spendere qualcosa anche ai mercatini natalizi.
Immancabile, il coro dei plaudenti si è subito esibito, accompagnando la condivisione con dotte dissertazioni psicopedagogiche. Qualcuno ha dimostrato contrarietà, ma tali opinioni vanno subito archiviate perché trattasi solo di ideologia, figlia di un complotto contrario alla serenità dei pargoli.
Sulla pianta populista matura così la certezza che i nostri ragazzi stanno perdendo il diritto ad imparare, ma acquistano quello a disconnettersi. Anche dalla realtà. Un piccolo passo sulla strada del regresso.
(Golem da Praga)