Ci sono persone che, da vive, hanno onorato la Patria e che da morte meritano il Famedio del cimitero. Il luogo della fama. Ci sono persone la cui morte imporrebbe la “damnatio memorie” o soltanto una nota in corpo 8. Perché non hanno onorato né la Patria né la storia. Un francobollo dedicato a Italo Foschi quale primo dirigente della Federazione del calcio, visto il personaggio e visti i trascorsi del de cuius, è un calcio nei denti delle persone perbene. E ciò che scrive il Golem autorizza foschi presagi.
Che il sistema postale italiano svetti luminoso nei cieli della patria per la sua universalmente nota efficienza è una ovvietà, ma il suo ultimo colpo di genio, in tema di memoria patria, lo indica come una vera fucina di intelligenze e sensibilità.
Infatti, nei giorni del centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti per mano dello squadrismo fascista, come ci ha ricordato perfino la Presidente del Consiglio dei Ministri Meloni, si decide anche, forse in nome della “par condicio”, di celebrare il fondatore dell’”Associazione Sportiva Roma”. Un’idea straordinaria, soprattutto ricordando chi fu costui.
Si tratta di Italo Celestino Foschi (1884–1949), un dirigente sportivo, ma soprattutto uno squadrista fascista fanatico e violento. Noto, fin dal 1923, per il suo coraggio nella distruzione delle suppellettili nell’abitazione privata dell’ex primo Ministro Francesco Saverio Nitti e per aver rumorosamente plaudito all’omicidio di Matteotti. Ma non solo. Foschi è talmente estremista ed ha una chiara fama di picchiatore da indurre il Partito Nazionale Fascista, che non è un asilo nido, ad espellerlo per troppa violenza.
Amico di Cesare Rossi e uomo di fiducia di un “ras” come Roberto Farinacci, che da Segretario del PNF lo vuole alla guida del fascismo romano, Foschi ne segue le sorti e dopo una breve gloria, viene emarginato e spinto a dedicarsi allo sport. In tale contesto, scala i vertici del C.O.N.I. e ridisegna, attraverso la “Carta di Viareggio”, il ruolo e le funzioni della F.I.G.C. (Fed. Italiana Gioco Calcio) e, il 7 marzo 1927, con la sua regia nasce appunto l’“Associazione Sportiva Roma”.
Rientrato poi in politica, perché un così brillante personaggio non può esserne estraneo, diventa via via prefetto a Macerata, poi a Pola, a Taranto, Treviso ed infine a Trento dove approda nel 1939 e dove rimane fino all’armistizio del settembre ‘43. Coraggiosamente fuggito da questa terra, vi fa ritorno con l’arrivo dei tedeschi i quali però di simili eroi fanno volentieri a meno. Foschi ovviamente aderisce alla R.S.I. e mantiene intatta la sua personale adorazione per il duce, divenendo prefetto di Belluno per una lunga parentesi temporale che va dal 24 settembre al 21 novembre 1943.
I tedeschi, che non colgono la grandezza del politico e del rappresentante di uno “Stato fantoccio”, ne dispongono l’allontanamento immediato dei territori del Reich. Foschi prova a resistere; si offre di collaborare con in nazisti come già ha fatto in passato molte volte, ma non c’è nulla da fare. I “crucchi”, con in testa il Gauleiter Hofer, sono testardi ed uno come lui non lo vogliono fra i piedi. Il Ministero degli Interni repubblichino, suo malgrado, lo colloca quindi a riposo già nel 1944, privandosi così di una figura eccelsa. Peccato, pensano i fascisti con i quali Italo Celestino ha collaborato, ad esempio, nella stesura degli elenchi degli antifascisti trentini, dai quali le SS del magg. Thyrolf attingono per definire i profili della Resistenza in queste vallate e nel vicino bellunese.
Processato dopo la guerra e condannato, viene graziato a seguito di indulto e riprende le sue attività sportive. Nel marzo del 1949, mentre assiste a una partita di calcio, muore d’infarto, senza lasciare grandi rimpianti, se non nel sistema postale italico che oggi lo ricorda dedicandogli un francobollo. Una giusta ricompensa per aver tanto dato alla patria.
Il francobollo lo metteremo nella bacheca delle rimembranze, accanto alle smemoratezze del passato; agli omaggi del Ministro “parente” per il “macellaio d’Italia” Rodolfo Graziani; ai busti del duce residenti in casa La Russa; ai gestacci di Vannacci che esalta la X (MAS) e all’immancabile “fiamma tricolore” di “ardita memoria”, che guizza ancora nel democratico cuore di Giorgia.
Un’unica magra consolazione: poiché le Poste Italiane oggi propongono i francobolli già gommati non saremo costretti a leccarne il lato “B”.