Ma guarda un po’: credevamo di avere una sanità malata e invece i malati siamo noi. A volte l’immaginazione e la prevenzione (cioè l’essere prevenuti verso qualcuno o un partito politico) fanno brutti scherzi. A smentire le nostre più deleterie sensazioni ha pensato il rapporto “Crea Sanità” del 2023. In base ad una serie di indici riferiti ad appropriatezza (delle cure), equità sociale, esiti (delle cure), economico-finanziari e innovazione negli anni 2020-2021, il Trentino si è collocato al 2° posto in Italia. Tanto da far sprizzare di soddisfazione l’assessora alla salute, Stefania Segnana, la quale ha dichiarato a IlT: “Vedere il Trentino al secondo posto del ranking nazionale testimonia la bontà del percorso intrapreso.” Ancora: “Premiato il nostro lavoro”. Tombola.
Ranking, in inglese, vuol dire classifica; ma dirlo nella lingua di Shakespeare fa più figo. Ed anche la “bontà del percorso intrapreso” prende sostanza. Oddio, se proprio vogliamo dirla tutta, parlando in giro e s-parlando un po’, proprio tutto questo “ranking” non si nota. Ma non siamo “scienza e nemmeno fantascienza”, per dirla, storpiandolo, con un vecchio slogan pubblicitario. Perché qui siamo davvero in pieno marketing (che, detto in parole semplici, significa: processo teso a suscitare l’interesse delle persone su un prodotto o su un servizio). Anche se a noi, utenti e pazienti, il servizio sanitario pare un po’ dimesso. Basti guardare a quel “turismo sanitario” verso il vicino Veneto o nel privato, tanto caro e tanto a cuore di certi reggitori della cosa pubblica.
Mancano medici specializzati? Qual è il problema? L’Adige del 22 giugno titola che sono stati “Trovati cinque pediatri gettonisti mentre la radiologia ancora arranca”. Cosa volete che siano 1.300 euro al giorno (milletrecentoeuro, avete letto bene: al giorno, avete letto correttamente) per 12 ore di turno per un pediatra (probabilmente in pensione) chiamato a tenere aperto il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Cles? Chi non sarebbe disposto a guadagnare in quattro giorni ciò che uno specialista strutturato guadagna in un mese, notti e festivi compresi? Per questo servizio, al momento, sono stati stanziati dalla Provincia 98 mila euro. Bazzecole.
Trovati i pediatri, mancano i radiologi per il cui servizio era stato stanziato 1 milione e 110 mila euro. Tali denari dovevano servire a remunerare i professionisti per 80 turni al mese. Ne sono stati coperti solo la metà. Pazienti, pazienza!
Siamo al secondo posto, avanti c’è posto. E così per Cavalese dove mancano medici e sale operatorie per la traumatologia ma non difetta di una sala chirurgica tenuta libera h24 per una eventuale emergenza da parto cesareo. Su tre lieti eventi la settimana, capiterà una volta tanto di doverne usufruire, no?
Pazienza se il servizio di radiologia chiude alle 16 e dopo quell’ora, anche per una distorsione alla caviglia l’utente-paziente deve scendere a Trento. Se la faccenda è urgente, non c’è problema: l’elicottero è fatto per volare: alto, mentre la sanità vola basso. Nel pubblico. Provate a chiamare il CUP (dovrebbe voler dire: “Centro Unico di Prenotazione” ma sarebbe più congruo definirlo “Cercate Un Privato”) e resterete in linea mezz’ora (se siete pazienti, in tutti i sensi) per sentirvi rispondere che per la visita richiesta non ci sono al momento posti disponibili, a breve. Ma ecco la parolina magica: “Desidera la visita in libera professione”? Certo che sì. Allora appuntamento fra due giorni. Basta pagare e poi, se va bene, si detrae qualche spicciolo dalle tasse.
Che sia questo il neo che ha portato il Trentino a collocarsi al secondo posto, anziché al primo? Quel che funziona, e bene, almeno per quanto se ne sa, è il servizio di cure palliative. Ma una rondine non fa primavera, mentre gli ospedali arrancano, il personale è costretto a turni massacranti e gli aumenti in busta paga riguardano lor signori dell’Azienda Sanitaria. Parafrasando Bogart: “È un’Azienda, bellezza. E tu non ci puoi fare niente. Niente”. Intanto il Trentino è al secondo posto mentre si assiste alla fuga di medici e infermieri verso il privato e noi siamo solo malati immaginari.
Una postilla dal “Golem”
Perfetto! Avanti così che tanto siamo al secondo posto nella Sanità, fra i primi per l’ambiente, primissimi per l’orso e ultimi per il buon senso e la visione politica e l’etica, ma chissenefrega. Mentre i poveracci dormono sotto i ponti, perché siamo primi anche nella solidarietà, Fugatti andrà al pontificale di San Vigilio in Duomo, perché siamo primi anche nei valori della Fede (la nostra) e della tradizione. Forse Cristo scuote il capo, ma lui è sempre stato fra gli ultimi.
Il Golem