Giugno è il mese della dichiarazione dei redditi. Dell’esposizione della colpa (aver ricevuto tot) e, se allo Stato non va bene, pure del pentimento (pagamento del dovuto o di quanto rilevato dai solerti addetti al controllo). Tutto regolare, ci mancherebbe. Ci sono tuttavia episodi e notizie che, quando non fanno sorridere, portano all’indignazione. Il nostro “Golem” ne ha fatto esperienza recente.
Ogni anno, l’Agenzia delle Entrate esegue “controlli automatizzati sulle dichiarazioni fiscali presentate”. Bene, diranno i nostri attenti e onesti lettori, immaginando che in tal modo nessuno sfugga al Fisco, il quale può così recuperare le ingenti somme della grande evasione fiscale.
E infatti è così, come dimostra il proseguo della comunicazione dell’Agenzia, giunta a un anonimo cittadino di codesto Principato nei giorni scorsi. Persona ligia ai suoi doveri di “cives”, egli ha aperto con cautela la busta ed ha trovato ciò che temeva: “Le comunichiamo che dai controlli effettuati sulla Sua dichiarazione modello REDDITI 2021 sono emerse alcune incongruenze che sono evidenziate nelle pagine che seguono. Può regolarizzare la Sua posizione versando la somma di euro 6,23 (avete letto benissimo: sei euro e ventitre centesimi) entro 30 giorni dal ricevimento di questa comunicazione. In questo caso la sanzione ordinariamente prevista nei casi di omesso e tardivo versamento di imposte è ridotta ai sensi dell’art. 1, comma 153, della legge n. 197 del 2022 (3% delle imposte non versate o versate in ritardo). Per effettuare il versamento può utilizzare il modello di pagamento F24 già compilato che trova in allegato. L’importo è comprensivo della sanzione ridotta e degli interessi previsti. Può usufruire della sanzione ridotta anche se decide di pagare a rate (sic)”.
Pur non volendo addentrarmi in complicati calcoli, sembra immaginabile che, per recuperare tale somma, fra redattori della lettera, funzionari addetti al controllo, spese di cancelleria e di invio, lo Stato abbia speso una cifra che si ipotizza almeno dieci volte superiore. Si tratta, senza dubbio, di repressione dell’evasione fiscale ma viene spontaneo chiedersi se ai grandi evasori – che ogni anno sottraggono miliardi di euro all’erario – è spedita una identica missiva, oppure la segnalazione delle loro “incongruenze” avviene con altre e ben più cortesi modalità? Perché poi, magari, se si offendono non pagano più o pagano a rate, come qualche Partito di governo che deve milioni allo Stato e li rateizza per decine e decine di anni.
Rimanendo con questo dubbio, ci permettiamo solo un modesto consiglio: il governo potrebbe allegare, quale omaggio al contribuente, una copia del “Processo” di Kafka? Tanto per dare un tocco di efficienza in più.
P.S.: sbaglio o quando lo Stato deve qualche somma a noi, non è mai così solerte?
Il Golem