Il quotidiano “il Nuovo Trentino” ha pubblicato giovedì 5 gennaio un lungo articolo a firma Mauro Marcantoni. Già dirigente generale della Provincia autonoma di Trento, Marcantoni è un collaboratore fisso (un editorialista) del “quotidiano indipendente di informazione e approfondimento” di via missioni Africane a Trento. In sintesi, l’editorialista scrive che “con l’unione delle casse rurali in un unico ente, i benefici portati al territorio riguardano la comunità e non solo l’individuo”. Titolo a piena pagina: “Cassa centrale, sistema di credito che rappresenta opportunità”. Il lungo pezzo, con lodi sperticate a “un istituto di credito così importante (che) porta effetti positivi soprattutto per i giovani” è stato giudicato offensivo dall’arch. Pier Dal Rì il quale, due anni fa, aveva fatto parte di quel robusto gruppo di soci della cassa Rurale di Lavis-Val di Cembra che si erano opposti alla fusione con la Cassa Rurale di Trento. Pier Dal Ri è (era) un’altra prima donna del Nuovo trentino e con una lettera inviata al direttore Paolo Mantovan ha annunciato di non voler fare più parte del gruppo di collaboratori del quotidiano che Athesia ha varato due mesi e mezzo fa. Un “botto” di Capodanno ritardato che sta già suscitando reazioni e commenti. Ecco quanto scrive l’architetto trentino-rotaliano:
Oggi “Il nuovo Trentino” con il pezzo di Marcantoni ha superato “ilT”. Non pensavo che dopo Capodanno, finita la salsa verde e la mostarda, seccato il purè, la lingua fosse già digerita. E invece no, si esercita ancora nel suo esercizio preferito, di lisciare il pelo per un pugno di talleri. È stato bello lanciare riflessioni e provocare visioni da questa testata, ma la pagina di lode acritica alla Cassa centrale Banca e la cecità dedicata a tutti i coni d’ombra del mondo cooperativo che io ho visto e vissuto, per me risulta incompatibile con i miei principi. Aggiungo poi, come aggravante, il massacro dei valori perpetuato per raggiungere un obiettivo economico sulla pelle dei valori sociali. Tutto ciò rende incompatibile la mia firma su questo giornale. Non pensavo potesse ospitare, senza un commento, spot, una simile lode al forziere bancario trentino. Avevo già posto con chiarezza quale fosse il mio motto e la mia maturata incompatibilità, che non ripeto e che però il direttore e gli amici conoscono. Voglio bene al direttore, amico e penso, in questo caso, inconsapevole ostaggio della sua sterminata generosità, a tutela delle libertà espressive ad ogni collaboratore e collega. Per questo motivo non comprendo come stamane ho letto un articolo che forse neppure il giornale della Coop, “il T”, avrebbe ospitato senza un briciolo di commento. Si, forse serviva per rispetto e per lenire quell’affronto subito dalle basi sociali di molte Casse Rurali legate ai valori ed ai loro territori. Oserei chiudere questo mio sfogo con un pensiero ai mondiali del Qatar finiti con belle partite, begli stadi, pubblico sorpreso dalle nuove ed impreviste Nazioni emergenti e dai tifosi festanti. Tutti i commentatori però, ed una comunità mondiale intera, non hanno mai dimenticato e, spesso, lo hanno ricordato come macchia indelebile, la mancanza di democrazia; la negazione dei diritti. Ed hanno evidenziato l’altra faccia di un regime il cui costo sociale del bello ha messo in mostra la meschinità di un mondo che annovera migliaia di morti e stenti diffusi, pur assoldando calciatori in tutto il mondo con trattamenti faraonici. Ecco il nuovo Qatar della Banca centrale trentina, non può scordare il massacro sociale che ha perpetuato per raggiungere il suo scopo ed io ne so qualcosa!
Pier Dal Rì