“Torno nel Patt solo se aderisce al centrodestra”. Così disse l’ineffabile presidente (super partes?) del consiglio provinciale, Walter Kaswalder. La destra, che fascino! Dopo essere stato eletto (e pentito) con il centro sinistra autonomista, il presidentissimo che si è spogliato del suo ruolo, ma non del suo scranno a palazzo Trentini, ha dichiarato a IlT-quotidiano: Fugatti “ha fatto una legislatura e seppur attraversando ogni tempesta, da Vaia alla pandemia, ha governato bene”. Chissà che cosa doveva ancora accadere perché il nostro ammettesse qualche falla nel nido delle aquile. Le code negli ospedali; i medici che se ne vanno e non vengono rimpiazzati; la sanità che diventa sempre più privata e al servizio di chi può mettere mano al portafoglio; gli “ospedali” di Fiemme che non trovano pace perché sul fondovalle c’è una partita immobiliar-politica da giocare; il giudice del lavoro che continua a mazzolare la Provincia perché sposta il personale come sacchi di patate, sono tutta colpa della sinistra. Del PD, in particolare, che, in quanto a colpe, al di là della pochezza delle aquile di piazza Dante, ne avrebbe da scontare in quantità industriale. Anzi: sindacale. Ma a far pulizia di chi mira solo al cadreghino e si è dis-occupato del mondo del lavoro e della classe operaia (quella, ormai, è nel paradiso dei robivecchi) penseranno le urne d’autunno (2023). Ad ogni buon conto il Golem che è in noi, ha ancora qualcosa da dire:
“Spirito, se ci sei, batti un colpo!” Basta solo quest’invito a spiegare la nuova svolta della politica autonomista, ormai affascinata dallo spiritismo al punto da incontrare e dialogare con le anime, come dichiara di fare da tempo l’ineffabile K. (nulla a che vedere né con l’anima di Kafka e men che meno con quella di Kessler, che hanno ben altro da fare). Incontro d’anime insomma – tranne ovviamente quelle macchiate dal peccato di guardare in direzione diversa da quella dell’estrema destra – per portare nuove mani alla catena spiritistica che dovrà evocare la vittoria del “bravo” Fugatti nelle urne del 2023. A proposito, perché non chiedere allo spirito di risparmiarci qualche “sfiga” ulteriore, dopo tutte quelle che abbiamo affrontato in questi cinque anni? Certo, Fugatti dovrebbe cercarsi nuove giustificazioni, ma potrebbe finalmente avere qualche visione sul futuro. (Di quelle avute sul presente ne portiamo ancora i segni, soprattutto sanitari.)
D’altronde, non sembra rimanere molto altro all’attuale maggioranza provinciale, se non affidarsi alla potenza degli spiriti, invocando idee, programmi e prospettive per evitare che il Trentino evapori nella macroregione, trasformandosi anch’esso in spirito (alcolico). Nel frattempo, accontentiamoci degli auspici del beato K., con la benedizione dell’abate (o abete) Panizza, per mutare il PATT, da partito di terra e suolo, in forza dello spirito e dell’etereo. Fors’anche nelle urne?.
Il Golem