È la testata più corta del panorama editoriale che si conosca. Si chiamerà “T”, il nuovo giornale che andrà in edicola nei primi giorni di novembre. Una sola lettera per indicare un quotidiano di 40 pagine, denso di titoli e di articoli, scritto da una ventina di giornalisti, alcuni pescati da altri giornali (Adige, Corriere della Sera), dalle scuole di formazione professionale della categoria, dalle liste di disoccupazione. Una squadra diretta da Simone Casalini (1974), professionista dal 2005, già caporedattore dei dorsi del Nord-est per il Corriere della Sera.
“ET, l’extraterrestre”, per la regia di Steven Spielberg, uscì nelle sale cinematografiche del pianeta Terra nel 1982. Un film di fantascienza e di avventura che ammaliò milioni di cinefili. Forse ha recuperato un frammento di quella straordinaria stagione il giornalista che ha buttato sul tavolo della discussione per la nuova testata una sola lettera: “T”. Una provocazione fuori schema ma che, dopo un comprensibile smarrimento dei partecipanti alla riunione, ha fatto breccia. Un po’ come il marchio “Ritmo” che Roberto Bob Moggio propose alla Fiat nel 1978 quando si cercava di identificare la nuova berlina prodotta negli stabilimenti spagnoli della Seat.
In edicola c’è già “Lei” che il “T(i)” pareva inevitabile. Forse, ma non scontato.
Intanto “T” sta per Testata, Trentino, Territorio, Tabloid, Tascabile, Testimone, Tempestivo, Tendenzioso (si spera di no), Tradizionale (nemmeno), Temibile, Temerario, Tecnologico, Telefonico, Telegrafico, Teleobiettivo, Tanto, Tutto.
Quanto ai giornalisti: Tranquilli, Tenaci, Testardi, Tosti. La fantasia potrà sbizzarrirsi. Ci avessero attaccato una “N”, che sta per Notiziario, avrebbero dato un senso compiuto alla Testata. Ma, forse, non avrebbe “fatto notizia”, come si dice, cioè non sarebbe stato così dirompente come lo è una sola lettera dell’alfabeto per indicare un giornale: articolato, complesso e complicato come può esserlo un quotidiano.
Le prove e il rodaggio della redazione cominceranno a settembre. Nel fabbricato preso in affitto in via del Commercio, a Trento, si stanno allestendo scrivanie e computer. Si diversificherà la produzione con l’uso dell’online. Un giornale “liquido”, oltre quello tradizionale, perché i costi di stampa e di distribuzione stanno lievitando di giorno in giorno.
Forse è questo il motivo che ha fatto scomparire (temporaneamente?) dai radar la sagoma di quel vascello corsaro che l’editore del gruppo Athesia di Bolzano, Michl Ebner, aveva in mente di varare ai primi di settembre.
Un giornale di poche pagine (una dozzina) fatto da cinque-sei giornalisti già dipendenti del gruppo, edito da una nuova Società per non dover riassorbire i disoccupati del fu “Trentino”. Qualche mese fa, il presidente di SIE, la società che per conto di Athesia edita l’Adige e l’Alto Adige, il giornalista Orfeo Donatini, ha depositato in Tribunale a Trento alcune testate (“per autotutela”, dichiarò) compreso “Il Trentino Nuovo” che avevamo depositato noi lo scorso anno. Secondo la legge sulla stampa del 1964 avremmo dovuto stampare, entro sei mesi, almeno un numero di quella testata. Per un nostro infortunio personale non lo abbiamo fatto ed il gatto si è mangiato il topolino. Poco male: ci resta la testata online iltrentinonuovo.it con la quale continueremo a praticare, in piena libertà, l’antico nostro mestiere; quanto alla testata online del nuovotrentino.it, il dominio è posseduto da un avvocato di Trento.
Ciò detto, il nuovo foglio del quale, momentaneamente, si è smarrito l’orizzonte, nelle intenzioni dell’editore Ebner dovrebbe rastrellare pubblicità a largo raggio. Togliendo con ciò una fetta di Torta (T, anche qui) ai nuovi editori che si affacciano sul proscenio del Trentino. Una lotta sotterranea, al momento, fatta di sorrisi a mezza bocca e di pubblico far play, mentre, nel Paese reale, infuria la più brutta campagna elettorale che nei nostri cinquant’anni di professione ci sia mai capitato di incrociare. Ma i tempi sono questi e, piaccia o no, siamo figli di questo Tempo.
Chi Tifa per il nuovo giornale (che farà bene anche alle testate dell’ex parlamentare altoatesino perché la concorrenza migliora il prodotto) si augura che quella lettera non indichi “Temporaneo”.
Dopo tanta attesa (due anni dalla chiusura del “Trentino”) sarebbe davvero un ulteriore frammento di libertà perduta. Una Testata in Testa.