Italo Franceschini (51 anni ad agosto), direttore della biblioteca di San Bernardino (frati francescani di via Grazioli) a Trento è il nuovo presidente della Società di Studi Trentini di Scienze storiche. Subentra a Marcello Bonazza, professore di storia al liceo “Prati” di Trento, che ha tenuto la presidenza del sodalizio per 12 anni.
Vicepresidente di Studi Trentini è stata nominata Francesca Brunet; segretaria la storica dell’arte Chiara Radice. Direttore della rivista “Studi Trentini: Storia” è stato riconfermato Emanuele Curzel, docente universitario; direttore di “Studi Trentini: Arte”, Luca Gabrielli, direttore dell’Ufficio per i beni storico artistici della Soprintendenza provinciale.
In un comunicato si scrive che “La direzione di Studi Trentini è stata rinnovata con le elezioni del 28 maggio 2022, grazie anche alla disponibilità di studiose e studiosi provenienti da diversi ambiti scientifici: oltre ad esponenti della tradizionale metodologia storiografica e storico-artistica, non mancano storici esperti nelle più recenti forme di comunicazione della ricerca (televisione, audiovisivi, social network). L’età media dei componenti è piuttosto giovane e, rispetto al passato, sono presenti in buon numero le studiose (cinque su tredici) di diversa formazione ed esperienza”.
Presidente Franceschini, che cosa cambierà nella gestione di “Studi Trentini, società che ha più di un secolo di vita e che oggi conta 303 soci?
“È ancora presto per dirlo, ma sarebbe già importante continuare con lo stesso volume di attività che è stato assicurato finora”.
E chi sono i soci di Studi Trentini?
“Secondo lo statuto sono studiosi che si sono messi in luce in tutte le discipline storiche, compresa la storia dell’arte che è una delle due colonne sulle quali si regge la società”.
Qualcuno, in verità, paventa il pericolo che sia una società autoreferenziale, soltanto per addetti ai lavori.
“C’è effettivamente un rischio in questo senso perché, tendenzialmente, una società di studiosi si rivolge ad altri studiosi, il che costituisce anche uno dei pregi. Perché la società è un luogo nel quale convergono studiosi impegnati nell’Università o nel mondo delle istituzioni culturali pubbliche, nei musei… Diventa un luogo di confronto tra studiosi, ma c’è stato e ci sarà modo di raggiungere anche gli appassionati della materia i quali, pur non essendo storici di professione, si interessano alle vicende del passato di questa comunità. È un percorso un po’ difficile ma ci stiamo provando, anche con l’uso dei social”.