Dopo aver chiuso un giornale (“il Trentino”), l’editore di “Adige” e “Alto Adige” deposita in Tribunale a Trento varie testate, compresa la nostra. A nostra insaputa. Cronaca di una lotta sotterranea per contrastare la nascita di un nuovo giornale che potrebbe favorire un pizzico di sano pluralismo nell’informazione monocromatica regionale.
Due citazioni si impongono: “È la stampa bellezza, la stampa. E tu non puoi farci niente” (Humphrey Bogart, “Quarto Potere”). “E qual è mai il giornale che scrive per il fine che in teoria gli sarebbe primario cioè informare o non invece per quello di influenzare in una direzione?” (Lorenzo Milani)
Scuseranno i lettori se, dopo un anno e mezzo torniamo a parlare di “noi”. Dopo la repentina chiusura del giornale “Il Trentino” (15 gennaio 2021), stupiti e smarriti ci siamo chiesti che cosa potessimo fare per esprimere una solidarietà non formale, non banale, ai colleghi disoccupati. Perché, se i collaboratori, passata l’incazzatura, avevano comunque un fine-mese assicurato dalla pensione o da un’altra professione, per i redattori strutturati si apriva il girone dantesco della cassa integrazione. In quei giorni costellati di suggerimenti e di scenari, con un collega del “Trentino” decidemmo di depositare in Tribunale una nuova testata. Pronta per far uscire nuovamente il giornale qualora i redattori in cassa integrazione avessero trovato la forza e il coraggio di prendere il largo quale cooperativa con una nuova iniziativa editoriale. Il 21 gennaio 2021 inviammo al Presidente del Tribunale di Trento la richiesta di registrazione della testata de “Il Nuovo Trentino”. Proprietario, direttore responsabile ed esercente l’impresa editoriale, chi scrive; editore “Saturnia” di Trento; garante del lettore l’avv. Adolfo de Bertolini.
In attesa di perfezionare la cooperativa tra giornalisti decidemmo di far scendere in acqua, nel mare del web, una barchetta che avrebbe dovuto chiamarsi “Il nuovo Trentino.it”. Quando stavamo per registrare il dominio web (che è cosa diversa dalla carta stampata e per il quale non serve registrazione in Tribunale) scoprimmo, non senza qualche sorpresa, che “ilnuovotrentino” era già stato acquisito da un avvocato qualche giorno prima. Virammo la prua su “iltrentinonuovo.it”, ed è questo il blog che da un anno e mezzo è seguito da alcune migliaia di lettori.
Ma la “nostra” testata, “Il Nuovo Trentino”, non è stata cancellata o ritirata dalla cancelleria civile del Tribunale di Trento. Resta depositata al n. 5/21 del Registro stampe con data 25 febbraio 2021. Il Tribunale non è chiamato a dare autorizzazioni ma, come prevede la legge sulla stampa, soltanto a “registrare” una nuova testata giornalistica.
E così ha fatto anche in data 26 aprile 2022 il giudice Giorgio Flaim il quale ha registrato come nuova testata “il Nuovo Trentino”, periodico con sede in via delle Missioni Africane 17, a Trento (dove hanno sede il giornale “Adige” e “Radio Dolomiti”), di proprietà della SIE Spa (Società Iniziative Editoriali) e direttore responsabile il giornalista Orfeo Donatini. Il quale è pure presidente del Consiglio di Amministrazione di SIE Spa, società della quale è amministratore delegato Michl Ebner. Nel consiglio di amministrazione figurano: Giovanni Bort, Fabrizio Lorenz, Giorgio Postal, Enrico Zobele. Non proprio degli sconosciuti dell’imprenditoria e della politica trentina.
La chiusura improvvisa del giornale “il Trentino” fu motivata con il rosso di bilancio (oltre un milione e mezzo di euro) di fronte al quale anche gli aedi del pluralismo, cioè di più voci diverse nell’informazione, hanno dovuto alzare le mani. Adesso quelle mani potrebbero essere impegnate a sfogliare non uno ma almeno due nuovi giornali. Possibile?
Se un anno e mezzo fa “il Trentino” era una voragine, un anno e mezzo dopo, il nuovo giornale che dovesse sorgere sulle ceneri del foglio scomparso diventerà miracolosamente una gallina dalle uova d’oro?
Il dubbio è lecito, il sospetto è doveroso. Ed il sospetto è che l’operazione altro non sia che un’azione di disturbo nei confronti della cordata – presidente degli Industriali di Trento, Manzana; Federazione della Cooperazione, artigiani, albergatori e Ance (edilizia) – impegnata a dare alle stampe, entro l’autunno, un nuovo giornale quotidiano. Del quale è già stato scelto il direttore responsabile, Simone Casalini, già coordinatore delle edizioni regionali del “Corriere della Sera”. A breve cominceranno i colloqui e gli incontri per assemblare una redazione che dovrebbe essere formata da 14 professionisti. Insomma un nuovo giornale del quale si vagheggia da mesi, faticosamente ai nastri di partenza ed al quale guardano con attenzione quei lettori rimasti orfani della chiusura de “il Trentino”.
Ma c’è spazio, in provincia di Trento, per uno o più nuovi quotidiani? Stando ai dati delle rilevazioni mensili di ADS (Accertamenti Diffusione Stampa), nei primi mesi del 2022 quasi tutti i giornali hanno perso copie. In controtendenza “Il Sole 24 ore”, “Avvenire” e la “Gazzetta dello Sport”.
E allora perché il giornalista-presidente di “Adige” e “Alto Adige” Orfeo Donatini ha presentato in Tribunale a Trento la richiesta di registrazione non di una ma di ben tre testate le quali ruotano tutte attorno a “Trentino” e a “nuovo”? “Per autotutela”, risponde serafico a iltrentinonuovo.it
Come dire: per evitare che Manzana e Soci possano far uscire il nuovo giornale con “nuovo” e “Trentino” nella testata.
Ma di quale autotutela può menar vanto il collega-editore Orfeo Donatini se il Tribunale gli ha assegnato una testata che era già ed è registrata a nome nostro? Sic rebus stantibus, Manzana e Soci possono tranquillamente presentare la stessa testata proposta da Donatini e vedersela attribuire. O no?
Ai lettori sembreranno questioni di lana caprina, ma dietro a un giornale ci sono intrecci ed interessi che vanno dalla pubblicità alla politica, dall’economia alla finanza. Alla favoletta dell’editore puro, di un magnate illuminato che pubblica un giornale quotidiano solo per servire l’informazione ed il lettore ormai non crede più nessuno.
Fra qualche mese si accenderà un anno di campagna elettorale per il rinnovo delle due assemblee legislative di Trento e di Bolzano. In regione già volano gli stracci e si intingono le penne nelle veline al veleno. Un giornale alle spalle può fare la fortuna o la disgrazia di un candidato presidente (o assessore o consigliere). È questa la ragione ultima della guerra di carta, bollata e non, che si palesa all’orizzonte? Quanto a noi, se la testata de “il Nuovo Trentino” serviva (servirà?) a far assumere i colleghi disoccupati era ed è a disposizione. Gratis. Al collega-presidente Orfeo Donatini avremmo volentieri risparmiato un viaggio a Trento e l’anticamera in Tribunale. Bastava una telefonata.