A quasi quattro anni dalle elezioni politiche in Italia sono stati accertati brogli in cinque seggi di Buenos Aires (in almeno 375 schede) sul voto degli italiani all’estero nelle urne aperte il 4 marzo 2018. I brogli elettorali (con centinaia di schede scritte dalla stessa mano) hanno portato la giunta per le elezioni del Senato ad annullare il 2 dicembre scorso l’elezione a senatore di Adriano Cairo. Si tratta di uno dei rappresentati dell’emigrazione italiana all’estero, eletti quattro anni fa nella circoscrizione Estero-Ripartizione America Latina. Secondo logica avrebbe dovuto subentrare il primo dei non eletti della lista di Cairo, la USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani). Sennonché la Giunta per le elezioni, accogliendo una osservazione del PD che, in una proiezione sull’intera circoscrizione, indicava come falsificate ben 12 mila schede elettorali, ha deciso nella seduta del 15 dicembre che il seggio lasciato libero da Cairo (USEI) debba essere attribuito al candidato del PD, Fabio Porta, il quale, annullate circa 12 mila schede (considerate contraffatte) dell’USEI avrebbe ottenuto il maggior numero di voti.
Il primo dei non eletti nella lista dell’USEI è l’imprenditore di origine trentina, l’ing. Francisco Nardelli (1965), il quale vive a Baia Blanca, nel sud dell’Argentina, ed è uno dei consultori nominati dalla Provincia autonoma di Trento nella Consulta dell’emigrazione. Nardelli, in questi giorni a Roma per seguire da vicino l’iter del dibattito nella Giunta per le elezioni, ha diffuso il seguente comunicato:
Sono davvero stupito, non avrei mai pensato che la politica potesse stravolgere la legge fino a questo punto. Ho sempre rispettato le decisioni delle Istituzioni e per questo fin qui ho mantenuto un rispettoso silenzio, ma apprendo con molto stupore che la politica ha scelto di far prevalere i numeri in Aula contro il mandato degli elettori.
Sono altresì preoccupato e deluso, perché questo crea un precedente pericoloso per la democrazia. Viene di fatto stravolta la volontà espressa dagli elettori sul territorio attraverso il voto. Il seggio in Senato lasciato vacante da Adriano Cario spetta senza alcun dubbio all’USEI, che con i propri voti (68.233) ha battuto il Pd (57.939) nella competizione elettorale del 2018.
Invece, ho l’impressione che interessi politici di parte scelgono di dare quel seggio a chi è risultato sconfitto nelle elezioni; e lo fanno a partire dalla verifica a campione di 375 schede di cinque sezioni della città di Buenos Aires, quando la ripartizione ha dimensione continentale.
Perciò, ritengo che non ci siano sufficienti prove reali e che una asserita proiezione statistica non possa sostituirsi al valore che la legge elettorale vigente conferisce ai voti espressi dagli elettori all’estero. Come primo dei non eletti dell’USEI continuerò a battermi e a difendere fino all’ultimo quello che ritengo essere un diritto dei nostri elettori: il seggio che fu di Cario spetta all’Unione Sudamericana Emigrati Italiani.
Francisco Fabian Nardelli – primo dei non eletti dell’USEI