C’erano una volta i patrioti, quei personaggi a fumetti che combattevano per una patria, vale a dire la terra dei padri, eroi senza macchia e senza paura. La TV in bianco e nero non era stata ancora conquistata dai cartoni animati giapponesi, e i fumetti, con le nuvolette di fumo che incorniciavano i dialoghi e le spiegazioni, erano ancora quelli di carta. A due di costoro, che hanno accompagnato le generazioni dei lettori “anta”, a Blek Macigno e al comandante Mark, si rivolge con un’accorata “lettera aperta” Carlo Martinelli, vorace divoratore di tutto ciò che discende da Johannes Gutemberg.
Carissimi, scusate il disturbo. La vostra meritata pensione, dopo tanti anni passati a lottare per la vostra gente, da bravi patrioti, non meritava certo d’essere messa alla prova delle stupidaggini che succedono in Italia. Terra nella quale a migliaia e migliaia di lettori, di ogni età, avete regalato ore di spensierata compagnia, grazie alle storie a fumetto che hanno raccontato le vostre gesta. Blek, con gli inseparabili Roddy e Professor Occultis, ha iniziato nel 1954. Gufo Triste, Mister Bluff e i Lupi dell’Ontario si sono fatti vivi nel 1966. E per anni, patrioti senza macchia e senza paura, siete stati con noi, contro le Giubbe Rosse, contro gli inglesi oppressori. Per tutto questo, e sereno portavoce della stragrande maggioranza di noi fedeli lettori, voglio lo sappiate. In Italia la gente perbene non è nemmeno sfiorata dall’idea che un patriota possa essere anche un puttaniere, un individuo dedito a commerci e mercimonio, men che meno un politicante di mezza tacca. Qualcuno, proprio qui, in Italia, sta provando a dipingere questa nuova immagine di patriota. Caro Blek, caro Mark, sappiatelo: i patrioti sono gente come voi, gente con la schiena diritta, hombre vertical insomma. Perdonateci se infangano anche voi.