Non se ne può proprio più. A ogni ora del giorno e della notte (almeno fino a notte fonda perché poi il telespettatore, sfinito, cede a Morfeo) le reti televisive “generaliste” continuano a martellare sul Covid, sui vax e sui no vax, sulle varianti, sulla statistica del giorno (morti, tamponi, ricoveri, posti letto occupati), sulle previsioni per l’economia, sulle risposte dei governi, sui governi in bilico perché le risposte non sono di completo gradimento, in una spirale da ciclone planetario.
Basta, per cortesia, basta. Noi, anziani e pensionati, sopravvissuti (finora) alle ondate pandemiche grazie al vaccino che abbiamo bramato, cercato e ottenuto con ansia (perché non disponibile subito per tutti ma declinato sul calendario dell’età), non vogliamo morire travolti dai dibattiti televisivi. Vorremmo evitare di essere seppelliti dalle parole in stato confusionale dei no vax ai quali viene dato spazio a sproposito perché il Covid che incombe da due anni non è democratico. Non si può rispondere a un potenziale assassino (il virus) con i distinguo, con il negazionismo che nega l’evidenza, con il terrapiattismo da cervello piatto. E se i no vax hanno deciso di staccare la spina dal cervello non si vede perché debba essere loro offerto un pulpito dal quale concionare alla pari (di visibilità e di cronometro) con chi di pandemia e della lotta ai virus sa qualcosa non foss’altro perché ha passato gran parte della vita a studiare.
Ma noi anziani non vorremmo nemmeno essere sotterrati dal protagonismo dei virologi spuntati da ogni dove. Specialisti del ramo e pure nel contraddirsi tra di loro. A questi ultimi chiediamo con la stessa forza dell’ultimo desiderio di un condannato: tornate ai vostri laboratori, rientrate per cortesia nei camici bianchi a fare quel che sapete e siete titolati a fare. La televisione è una brutta bestia: titilla la smania di protagonismo, fa diventare personaggi le persone (anche quelle perbene) ma alla stessa velocità della luce sgonfia i super-io e le distrugge.
I giornalisti che fanno i conduttori di blasonati programmi TV e i conduttori che bramano fare i giornalisti (e magari si sono cancellati dall’ordine professionale per poter superare i vincoli di cachet imposti dalla Rai ai propri giornalisti) fanno il loro mestiere. Chi bene, chi meno bene. Come quel tale che per dare ritmo al programma ed essere più protagonista degli ospiti, con fastidioso puntiglio taglia e toglie la parola agli interlocutori invitati in studio. Meglio se si sfiora la rissa, così il livello di ascolto (audience) sale. E la pubblicità pure.
Da qualche settimana, quando non sono impegnati a disquisire sul Covid, i conduttori dei programmi di “approfondimento” spaccano il capello in quattro sulle miserie dei partiti politici impegnati a studiare strategie e tessere alleanze per collocare un loro candidato sul colle del Quirinale. Anche in questo caso abbondano in TV le comparsate di nani (nell’urna) e ballerine (nell’alcova). E tutti a dire e disdire, a contraddirsi alla velocità della luce, con giravolte da funamboli circensi.
Insomma non se ne può davvero più. A noi, anziani e pensionati, non resta che fare buon uso del telecomando, trattare il televisore da elettrodomestico qual è e spegnere la ricezione del segnale. Sullo scaffale di casa ci sono ancora tanti bei libri che attendono di essere riletti. Prima di andare a letto e spegnere la luce.