Il popolo trentino della montagna ricorda al rifugio XII Apostoli i suoi caduti. La cerimonia si è svolta domenica 25 luglio 2021. Ai 2500 metri del rifugio Fratelli Garbari ai XII Apostoli, nel cuore del Gruppo di Brenta, una messa in memoria dei morti in montagna. La cappella, una grotta scavata alla base di Cima XII Apostoli, con l’abside a forma di croce a dominare la Valle di Nardis, fu allestita tra il 1952 e 1953. In quasi settant’anni le lapidi a ricordo degli alpinisti che hanno lasciato le loro vite fra le vette sono aumentate in misura costante. Ora sono oltre 200.
Anche in questo 2021, come lo scorso anno, la giornata del ricordo dei caduti della montagna, che si svolge dal 1953 ai 2500 metri del rifugio fratelli Garbari ai XII Apostoli, è stata fatta in modo spontaneo. Ben 350 alpinisti hanno partecipato al pellegrinaggio del popolo della montagna salendo la impegnativa Scala Santa e poi le balze rocciose dell’Alta Val di Nardis. E tra i pellegrini dal 1963, con ogni tempo, ci sono i coristi della Sosat (maestro Garniga, presidente Zanotti). Un impegno morale, che anche in tempi di pandemia un gruppo di cantori del Coro della Sosat ha voluto onorare. Oggi il meteo non prometteva bene, ma la celebrazione della messa, in anfiteatro naturale fra il rifugio e la cappella, una grotta scavata nella roccia alla base della Cima XII Apostoli, e detta dal sacerdote mantovano Giorgio Dall’Oglio (arriva qui da 43 anni) si è potuta effettuare fra qualche goccia di pioggia e qualche raggio di sole. Dal 1953, sulle pareti di dolomia della cappella sono collocati cenotafi che familiari e amici portano a ricordo di chi ha lasciato la vita in montagna.
Quest’anno sono state murate le lapidi a ricordo di: Michael Costa morto sul Monte Guglielmo il 23 aprile 2019; Floriano De Col di Follina Treviso caduto sul Monte Peron una montagna del bellunese il 14 maggio 2020; Sergio Zenatti morto sul Canalone Neri della Cima Tosa nel Gruppo Brenta il 27 maggio 2020; Loredana Degregori di Mezzolombardo precipitata il 27 agosto 2020 sul Monte Bianco; Silvano De Marco, fiemmese fotografo naturalista morto sul Lagorai il 12 novembre del 2020; Lorenzo Gatti, di Marco di Rovereto caduto sulle Piccole Dolomiti il 21 febbraio 2021. La messa è stata accompagnata dai brani dei coristi diretti da Garniga. La commozione si è sciolta in lacrime quando il Coro della Sosat ha intonato “Signore delle cime”. Infine il Coro della Sosat ha eseguito alcuni brani del repertorio, concludendo con la più nota canzone della montagna: “La Montanara”, che è stata cantata da tutti i partecipanti. Gli alpinisti sono stati accolti con la consueta cordialità da Aldo Turri, gestore del rifugio ai XII Apostoli. Fra i presenti il presidente della Sat di Pinzolo Paolo Querio e il presidente della Sosat Luciano Ferrari.
La storia della chiesetta del XII Apostoli – Alla base della Cima XII Apostoli, alla quota di 2500 metri fu realizzata da un comitato guidato da Don Bruno Nicolini, scomparso nell’agosto del 2012, tra il 1951 e 1952 una grotta con la grande abside a forma di croce che domina l’alta Valle di Nardis. Fu in seguito ad una tragedia avvenuta l’ultima domenica di luglio del 1950 che sconvolse il mondo alpinistico trentino, che nacque quell’iniziativa, al fine di creare un luogo di preghiera, riflessione e monito. Il 26 luglio del 1950 quattro giovani studenti universitari trentini: Giuseppe Fiorilla, Maria Rita Franceschini, Vittorio Conci e Mauretta Lumini passarono al rifugio XII Apostoli per raggiungere successivamente, attraversando la Vedretta dei Camosci il rifugio Alberto e Maria ai Brentei. Ai Brentei non giunsero mai, caddero in un crepaccio della Vedretta dei Camosci. Rimasero nel buco di ghiaccio doloranti per la caduta per due giorni e Giuseppe, Maria Rita e Vittorio non resistettero. Mauretta Lumini sopravvisse. La ragazza vide i suoi compagni passare lentamente ed inesorabilmente dalla vita alla morte. Per caso la Lumini venne ritrovata. I suoi lamenti vennero uditi da due escursionisti, che attivarono i soccorsi dal rifugio ai Brentei. Nei primi anni 50 del secolo scorso gli scalatori e gli escursionisti nel Gruppo di Brenta erano pochi. Era un sabato e la domenica dopo fu una delle giornate più tristi della storia dell’alpinismo trentino e del Gruppo Brenta. Quella tragedia venne superata per numero di vittime nel Gruppo di Brenta, il 17 luglio del 1991, con 7 morti di cui 6 ragazzi ed il loro assistente, vittime di una valanga di ghiaia e grandine sul sentiero n° 318 al rientro dal rifugio Alberto e Maria ai Brentei. Nell’autunno del 1952 la cappella fu ultimata e dal luglio 1953 il mondo alpinistico trentino l’ultima domenica del mese di mezzo dell’estate, si raduna lassù per ricordare i suoi caduti.