Sia pure con un anno di ritardo, a causa del Covid-19, sono stati celebrati sabato 5 giugno 2021 i 40 anni di “Stella Bianca”, l’organizzazione del soccorso sanitario e del volontariato sociale in val di Cembra.
Le misure di distanziamento sanitario, ancora in atto, non hanno consentito la partecipazione degli oltre trecento volontari che assicurano un fondamentale supporto al servizio “112”, ventiquattr’ore su ventiquattro, per tutta la popolazione della valle. In otto lustri sono stati oltre mille i volontari che hanno prestato la loro opera quali autisti e operatori del soccorso. Istruzione e aggiornamento in capo al medico rianimatore anestesista Alberto Mattedi e a tre sanitari della valle: i medici Graziano Villotti, Maurizio Virdia e Germano Fachinat.
La presidente di “Stella Bianca”, Mirella Nones, ha potuto contare sulla partecipazione di una ristretta rappresentanza dei quattro ambiti (Segonzano, Albiano, Cembra e Grumes) dove sono operative le strutture e i servizi dell’associazione. In teatro, a Cembra, hanno portato la loro testimonianza due dei cinque “fondatori” dell’associazione (Giorgio Andreatta ed Egidio Petri), i presidenti che in quarant’anni hanno retto le sorti di “Stella Bianca”, il medico Graziano Villotti.
Gli esordi nel 1980 “quasi per caso”. La sede in casa di Maria Giacomozzi Petri (1929-2019) la quale ha fatto da telefonista, segretaria, coordinatrice di un primo gruppo di volontari: una trentina appena. E quando arrivava una richiesta di soccorso, dopo aver concordato con Trento l’invio di un’ambulanza, esortava i volontari: “Coré, fé prest, ma né pian”. Come potessero correre, far presto ma andando piano resta ancor oggi un mistero.
Mistero che neppure il giornalista Alberto Folgheraiter è riuscito a dipanare nelle 240 pagine del volume “Una Stella sulla valle” che ha dedicato all’associazione. Concepito ben prima della pandemia, stampato da “Saturnia” nel mese di febbraio del 2020, distribuito a tutti gli associati e ai volontari già lo scorso anno, è stato presentato per l’appunto sabato 5 giugno 2021.
Alberto Folgheraiter, solide radici in val di Cembra, ha diviso il volume in due parti: “Il tempo del buon Samaritano” e “Il tempo di Stella Bianca”. Consultando i “libri dei morti” dei registri parrocchiali della valle (i microfilm sono disponibili presso l’Archivio Diocesano Tridentino) ha ricostruito le grandi cause di mortalità della popolazione. Partendo dalla pestilenza del 1348, passando da lebbra, tubercolosi, vaiolo, colera, pellagra, febbre “spagnola”, ha rilevato pure le tragedie della cronaca: annegamenti e delitti, infortuni di viaggio o sul lavoro, le morti da parto e i morti prematuri. Ha affrontato il tema delle cure empiriche, della devozione popolare (le processioni e i capitelli a San Rocco), la rara presenza dei medici, la completa assenza di medicine, l’opera delle “mammane”, le ostetriche rurali.
La seconda parte del volume “Il tempo di Stella Bianca”, rievoca gli esordi e, con interviste e testimonianze dei protagonisti, traccia la crescita capillare del volontariato “cembrano”. Un fenomeno singolare di coesione comunitaria, di superamento dei campanili, di solidarietà diffusa. Anche con il terzo mondo grazie alla filiazione di “Stella Bianca nel mondo” che assicura supporti non effimeri ad alcune religiose originarie della valle ed operanti in Togo e Repubblica Moldava. Le immagini a supporto del volume sono dei fotoamatori della val di Cembra; la copertina di Sara Postal; l’impaginazione di Arianna Ravanelli.La parte finale, quasi una “tabula gratulatoria”, propone l’elenco dei mille volontari che in quarant’anni si sono cimentati nel soccorso e nell’aiuto alle persone più fragili non solo della val di Cembra.